Aeternus - Beyond The Wandering Moon

Copertina 8,5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2003
Durata:76 min.
Etichetta:Karmageddon
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. UNDER THE BLADE OF THE DEAD
  2. SWORN REVENGE
  3. WHITE REALM
  4. SENTINELS OF DARKNESS
  5. EMBRACED
  6. VIND
  7. WAITING FOR THE STORMS
  8. WINTER TALE
  9. TO ENTER THE REALM OF LEGEND
  10. CELTIC HARP SOLO (THE LAST FEAST)
  11. BLACK DUST
  12. VICTORY

Line up

  • Vrolok: drums
  • Morrigan: bass
  • Ares: guitars, vocals

Voto medio utenti

"Beyond The Wandering Moon" è un mezzo capolavoro che stavamo già per dimenticare, se non fosse stato per il puntuale intervento della Karmageddon Media che lo ha ristampato, ha aggiunto due bonus track, e lo rimanda ora in pasto a noi innamorati della natura, della sua maestosità e delle sensazioni che solo essa sa suscitare. Il debutto degli Aeternus, band di Bergen i cui membri hanno militato anche in Immortal, Gorgoroth e Helheim, è datato 1997... all'epoca i tre musicisti Vrolok, Morrigan e Ares scelsero di presentarsi con un corpse painting che fece credere a molti appassionati di trovarsi al cospetto di un canonico gruppo black metal norvegese. Niente di più sbagliato! Per stessa ammissione del mastermind Ares gli Aeternus suonano un dark metal, difficilmente influenzato da altri se si escludono quelle caratteristiche che da sempre sono rappresentative di una certa frangia di metal estremo. La bellissima copertina e l'intro di apertura in realtà rappresentano lo stesso concetto: un inno alla terribile attrazione che la luna può creare, presentata con un romantico pianoforte che lascia presto posto alla prima canzone vera e propria. In realtà d'ora in poi sarà difficile parlare di una traccia in particolare, poiché tutti i 70 minuti di musica si fondono insieme, si presentano e si riprendono più avanti, si amalgamano in un unico filo conduttore che si dipana attraverso le dodici tracce ad esclusione di quella celtica, completamente acustica. Chitarre aggressive disegnano una melodia insieme al basso della brava e bella Morrigan... fondendosi spesso e volentieri in un'armonia di fondo che è difficile da scindere nei suoi elementi compositivi. Molto particolare il tocco celtico e folkeggiante, che accompagna - e in un certo modo contrasta - le profondissime vocals in growling. C'è un atmosfera di pacata rilassatezza, di generale armonia con la natura che viene sporadicamente rotta dai velocissimi blast-beat di Vrolok... un batterista che sa passare con disinvoltura dalle partiture veloci a quelle più rilassate, per restare sempre in tema di rilassatezza. Difficile non innamorarsi della romantica malinconia che si respira in tutto l'album... difficile resistere all'anima romantica degli Aeternus.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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