Copertina 6

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2012
Durata:50 min.
Etichetta:Dreamcell

Tracklist

  1. AWOKEN FROM UNEASY DREAM
  2. THE LEAVES BEGIN TO FALL
  3. THE BLACK DAHLIA
  4. MEMORIES
  5. COLD LUGER
  6. CAT’S EYES
  7. ENEMY AT YOUR GATE
  8. CIRCLES OF MUD
  9. THE ONLY REAL THING
  10. HAZEL
  11. LOOKING EASTWARD
  12. BACK IN THE BLUE

Line up

  • Grazia Mele : Bass
  • Diego Itri : Drums, Programming
  • Daniela Palermo : Vocals, Keyboard
  • Christian Celsi : Vocals, Guitar

Voto medio utenti

I The Stompcrash sono una band milanese al secondo album, dopo Requiem Rosa del 2007. Il sound si assesta su coordinate dark wave con risultati altalenanti ed i dodici brani presenti ripercorrono un po' tutte le varie
sfaccettature del genere. Awoken From Uneasy Dream e The Leaves Begin to Fall richiamano nomi come Bauhaus, Sisters of Mercy e Joy Division; The Black Dahlia, questa volta cantata da Daniela, si assesta sui territori eterei della 4AD, rifacendosi alla voce di Elizabeth Fraser. Memories richiama l'elettronica di Ultravox e Depeche Mode. I primi quattro pezzi sono anche i più deboli e mediocri, insieme alle anonime Circles of Mud e Looking Eastward. Dal quinto brano in poi i risultati migliorano decisamente. Cold Luger riprende il neo folk dei Death in June, Cat's Eyes la batcave energicamente rock e "pipistrellosa" di nomi come Cinema Strange. Molto belle le intense Enemy at Your Gate e The Only Real Thing, melodiche e romantiche, in pieno stile Clan of Xymox. Hazel, di nuovo cantata da Daniela, con i suoi vocalizzi dissonanti e le ritmiche spigolose si rifà ad un classico come le Xmal Deutschland. Molto bella anche Back in the Blue fra Clan of Xymox e gli Ultravox più romantici. Altalenante anche la performance vocale di Christian, a volte estremamente stereotipata, altre più incisiva e personale. Il difetto che penalizza anche nei momenti migliori è la totale assenza di personalità, quasi fosse una cover band dei vari gruppi citati. Il risultato sono brani inutili, senza segni distintivi e senza motivo di esistere. Se dovessi consigliare un percorso, sarebbe di sicuro lo stile dei tre brani, a mio avviso, più personali dell'album; sembra che la vena romantica sia quella che riesce a dare una scossa ai The Stompcrash.
Recensione a cura di Laura Archini

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