Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:53 min.
Etichetta:Molten
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. BLINDED BY THE SUN
  2. MILES AWAY
  3. EVERYTHING
  4. DOWNER
  5. TOO LATE
  6. POOR SOUL
  7. DRIVER
  8. SO CLOSE
  9. SLIPPIN’ AND SLIDIN’
  10. KOLOS
  11. KOSMONAUT

Line up

  • Bo Morthen: vocals
  • Henrik: guitar
  • Anders: guitar
  • Nik: bass
  • Guf: drums

Voto medio utenti

Quando il presente cd è giunto a Roma nelle metalliche mani del nostro direttore lungocrinito la guerra in Iraq era in pieno svolgimento, il povero Toro non era ancora retrocesso in B per l’ennesima volta, i Metallica non avevano ancora diviso la comunità metal sul valore del loro discusso “St. Anger”. Era un tranquillo inizio di primavera, con gli uccellini cinguettanti e tutto il resto, e nessuno poteva immaginare che il semplice invio di “Blinded by the sun” al vecchio scrivano subalpino si sarebbe trasformato in uno spettacolare thriller durato tre mesi, pieno di sviluppi inaspettati e colpi di scena a ripetizione.
Arrivato. Sparito. Ritrovato. Scomparso di nuovo. Rintracciato in un suk di Casablanca dove viene respinto perché non abbastanza trù-metal. Rientrato clandestinamente via dromedario. Catturato. Fuggito ancora. Recuperato dalle squadre speciali per l’ennesima volta.
E finalmente giunto nella lontanissima e misteriosa Torino, località notoriamente isolata dal mondo e quasi impossibile da raggiungere anche per i potenti mezzi del portale rock più visitato in Italia, dove lo scrivano nel frattempo ancor più invecchiato aveva ormai perso ogni speranza.
Tutto è bene ciò che finisce bene, e che importa se le altre recensioni dell’album risalgono a mesi fa e probabilmente gli On Trial avranno già pronto un nuovo lavoro, l’informazione internet così veloce ed immediata non perderà certo il suo fascino per qualche giorno di ritardo.
Ma dopo tutto ‘sto traffico, il disco com’è?
Bello, bellissimo, il centro perfetto di una formazione tanto poco prolifica quanto di eccelsa qualità. Un gioiello rock psichedelico importante, elegante e raffinato, capace di alternare in modo omogeneo clamorosi raga-trip cosmici totalmente stranianti (“Slippin’ and slidin”) con intelligenti e freschi richiami al garage-psych fine anni ’60, canzoni magnifiche dai contorni ben delineati arricchite da fini melodie acid-pop (“Everything”,”Too late” ed anche la spedita title-track) e perfino con tocchi squisiti come la malinconica tromba di “So close”, un vero hit da classifica se non vivessimo purtroppo nella società e nell’era della banalità assoluta.
Non possono mancare in un album On Trial un paio di camei scuola 13th Floor Elevators (“Miles away”,”Poor soul”) dove prevale la mano dell’istrionico drummer Uffe Lorenzen, anima degli splendidi Baby Woodrose, che possiede una speciale devozione verso quell’antica band, ed ancora troviamo possenti stoner-psych tesi ed evocativi, turgidi di groove ed anima tribale (“Downer”,”Driver”).
Chi ha avuto la fortuna di assistere ad un loro concerto (io sono tra quelli...) sa bene che i Danesi sono capaci di dilatazioni incredibili, veri viaggi musicali privi di confini, caratteristica eccitante che viene stupendamente riproposta nella titanica conclusione dell’accoppiata “Kolos”-“Kosmonaut”, monumentale space-rock che più di ogni altro incarna alla perfezione l’essenza del sound e la filosofia musicale di questa pattuglia di astro-musicisti nordici.
Degno finale di un disco definitivamente maturo ed equilibrato, che riprende il meglio dei favolosi spunti dei precedenti “Head entrance” e “New day rising” lanciando gli On Trial nell’olimpo del nuovo rock psichedelico, mai così ricco di realizzazioni ad altissimo tasso allucinogeno come nel recente periodo.
Come vi avranno già detto in tanti, ed io mi aggrego con il già descritto ritardo, si tratta di una delle uscite irrinunciabili dell’annata, una perla accessibile a tutti gli amanti del rock non convenzionale che coniuga alla perfezione ritmo, forza, tensione, melodia, drammaticità, visioni e potenza lisergica senza risultare nemmeno per un attimo stantìo o inutilmente cerebrale. Alla fine è valsa la pena attendere tutto questo tempo.

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