Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:51 min.
Etichetta:Zeta Factory
Distribuzione:Venus

Tracklist

  1. QUI GIACE LA SPERANZA
  2. VANIGLIADISINCANTO
  3. IL SINTETICO FREDDO
  4. DOPO MI ADDORMENTO
  5. AQUERELLO DI QUASI AUTUNNO
  6. SEI MIELE DI FAINA
  7. IL PIù BELLO DEGLI ANGELI
  8. CUT
  9. SHAKTI
  10. MEMORA
  11. SU LA TUA PIETRA
  12. SENZA FIATO

Line up

  • Fabio Bortolotti: vocals & bass
  • Pierantonio Vistoli: guitars
  • Alessandro Biavati: drums

Voto medio utenti

I Memòra sono un trio ferrarese che giunge al debutto con questo omonimo disco, prodotti da Gabriele Rustichelli (singer e main composer degli ottimi SensAzionE).
La band si definisce coem postgrunge/alternative rock, descrivendo perfettamente quello che salat fuori dalle 12 canzoni presenti sul disco. Rock sanguigno, duro, distorto, urlato, dalle ritmiche accelerate, che non si perita di nascondere le propri influenze che vanno dai Nirvana ai Verdena, sebbene rispetto a questi ultimi la band, fortunatamente, si tiene alla larga dalle derive pseudo lisergiche e noisy.
La musica dei Memòra è senza fronzoli, diretta, pochi arpeggi melanconici, come nell’iniziale “Qui giace speranza”, e tanto sudore. Su tutto si staglia al voce potente e rabbiosa del singer Fabio Bortolotti, non particolarmente personale ma adattissima a questo sound.
Il sintetico freddo” mostra anche altre influenze, fatte le debite proporzioni sto parlando dei primi Litfiba o degli Afterhours, anche se in generale la band mostra una propria definita personalità.
D’altronde il cantato in italiano trae facilmente in inganno, aumentando un senso di deja-vù che nella successiva “Dopo mi addormento” porta alla mente anche i Marlene Kuntz. È evidente che i Memòra abbiano un solido background musicale, che inevitabilmente passa per i gruppi che hanno fatto la storia del rock italiano.
Ottime “Miele di faina” e “Il più bello degli angeli”, pezzi nei quali la band mette in mostra una capacità innata di scrivere canzoni semplici ma al tempo stesso non banali, non noiose e che, come non bastasse, sanno infervorare l’ascoltatore invitandolo al movimento.
Una cosa che si può rimproverare alla band è quella di non tentare la strada di melodie più ricercate, melodie che potrebbero trovare compimento in una ballad rock che in mezzo a tanta rabbia ci starebbe bene. In questo senso i Memòra sono una band atipica, perché rinnegano la tradizione melodica italiana, al punto che se cantassero in inglese, forse, sarebbe arduo riconoscerli come italiani.
In definitiva ci troviamo di fronte ad un disco e una band molto validi, band dalla quale ci si aspetta una crescita e una maggiore maturità già dal prossimo disco. La strada intrapresa è quella giusta e le capacità di certo non mancano.
Ah, dimenticavo, vi conviene procurarvi questo disco, e saltare sul carro adesso. Poi non dite che non ve l’avevo detto.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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