Copertina 8

Info

Anno di uscita:2009
Durata:50 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. LOADING UP
  2. SOMEBODY UP THERE LIKES ME
  3. UNCONDITIONAL LOVE
  4. WARRIORS OF GENGHIS KHAN
  5. SHADOW IN MY HEART
  6. BITE THE BULLET
  7. STARSHIP TROOPER
  8. TRAPPED
  9. THE BATTLE OF KRINGEN
  10. MANIAC
  11. SILENT TEAR

Line up

  • Bjorn Boge: vocals, bass
  • Oysten Boge: drums
  • Tore Osby: guitars
  • Rolf Bjorseth: guitars

Voto medio utenti

Secondo lavoro per i norvegesi Street Legal e secondo centro pieno.
Almeno se considerate l’hard rock britannico d’ispirazione seventies una primaria fonte di godimento uditivo e se ritenete Thin Lizzy (soprattutto), Rainbow e Whitesnake come essenziali promulgatori di tale irresistibile forma di voluttà.
Il gruppo capitanato da Bjorn Boge prosegue, infatti, nel percorso avviato con l’ottimo “Thunderdome” e impregna anche il nuovo “Bite the bullet” di tutta la sua passione per l’hard inglese, illuminandola con un approccio maturo e per nulla didascalico, ricordando in questo modo pure formazioni quali Blue Murder, Tangier e i migliori Brazen Abbot, anch’esse molto abili nella decodifica ispirata di cotanto scintillanti precetti.
Aggiungete un pizzico d’attitudine adulta nelle costruzioni melodiche, presumibile retaggio delle passate frequentazioni del nostro Bjorn (ex Da Vinci, uno di quei piccoli-grandi rappresentanti della scena melodica nord europea) e vaghi barlumi d’esuberanza yankee (Van Halen) e otterrete un disco veramente molto riuscito, dominato, oltre che dalla pastosa laringe Lynott-esque del bassista / cantante, altresì dalle scintillanti chitarre di Rolf Bjorseth e Tore Osby (noto per la sua attività con Ark, Conception e Jorn), autori di una prova di livello nei settori affiatamento, sensibilità, tecnica ed estro.
Nel Cd c’è un po’ tutto quello che serve per fare la gioia dei sostenitori di questi suoni: forza “fisica” (“Warriors of Genghis Khan”), vellutato dinamismo (“Starship trooper”), viscerali hard-blues densi di feeling (“Somebody up there likes me”, “Bite the bullet”, la brillante “Silent tear”), piuttosto espliciti e comunque persuasivi omaggi Thin Lizzy-ani (“Loading up”, “Unconditional love”, “Trapped”), leggiadri momenti romantici (“Shadow in my heart”), “eroici” strumentali (“The battle of Kringen”) e addirittura una cover version di grande popolarità (“Maniac” di Michael Sembello, inclusa nella colonna sonora di “Flashdance”), capace di evocare un effetto sorprendente (insomma, immaginare, viste le similitudini timbriche, il compianto Phil alle prese con questo pezzo, non è sicuramente una cosa banale!).
Gli Street Legal sono, dunque, una band capace di interpretare con talento e temperamento una musica sempre straordinariamente emozionante e il loro “Bite the bullet” diventa una priorità per tutti i puristi del rock e per quelli che sostengono la sua continuità di là dalle mode.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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