Circle II Circle: è proprio vero che chiuso un cerchio..

..se ne apre un altro.
Potrebbe essere questo il riassunto dell'intervista che ho avuto il piacere di realizzare con Zak Stevens, vocalist ora dei Circle II Circle ma in passato apprezzatissima voce dei leggendari Savatage. E chiuso il cerchio coi Savatage, per Zak si sono aperte le porte per un progetto nuovo e assolutamente interessante, che conta ormai 5 album realizzati. Leggiamo cos'ha avuto da dirci il disponibilissimo Zak.

Ciao Zak e benvenuto sulle pagine virtuali di Metal.it. Fai un saluto ai nostri lettori!
Ciao a tutti! E’ un piacere essere su Metal.it e voglio sinceramente ringraziare tutti i vostri lettori per il loro supporto durante tutti questi anni. Avete già reso grandioso anche questo nuovo anno con il vostro calore, lo apprezziamo molto. Speriamo di vedervi presto in Italia!
Sei una personalità molto conosciuta nel music business, ma per i pochi che non dovessero conoscere te e i Circle II Circle, come definiresti te stesso e la band?
Vediamo..direi che siamo una metal band melodica e orientata all’hard rock, con lampi di aspetti sinfonici. Vengo dai Savatage, una band celebre per il suo approccio teatrale al metal e all’hard rock. Come nei Savatage, così nei Circle II Circle a volte c’è un approccio in stile Broadway al rock. Per il resto invece è un mix di rock e metal ma con un approccio vocale sempre molto melodico e guidato. Abbiamo praticamente 5 cantanti nei CIIC quindi puoi immaginare che il cantato è un elemento fondamentale nella nostra musica, assieme a chitarre memorabili e ai momenti più orchestrali.
Parlaci ora del vostro ultimo lavoro, “Seasons Will Fall”. In che modo è diverso o simile ai vecchi album della band?
Penso che “Seasons Will Fall” abbia elementi di ognuno dei 5 album dei CIIC venuti prima. Rispetto agli album passati abbiamo anche una più ampia varietà di stili nelle canzoni, che vanno da uno stile molto Savatage a uno più moderno, molto più metal. Inoltre ci sono anche canzoni lunghe e in un certo senso epiche, oltre a canzoni che potresti trovare su un qualsiasi vecchio album dei Judas Priest, per dirne una. C’è davvero un ampio spettro di stili musicali differenti su questo nuovo album e trovo che sia questa la differenza principale rispetto al passato.
Un’altra grossa differenza rispetto all’ultimo album è la line-up. C’è una ragione particolare per cui ci sono stati così tanti cambi tutti assieme o sono solo coincidenze?
Fondamentalmente abbiamo passato gli ultimi 2 anni concentrandoci su cos’avevamo bisogno per avere una lineup dalla base solida, per evitare di dover fare piccoli cambiamenti ogni tot tempo. Per quanto riguarda Bill Hudson, stava già suonando con noi da un bel po’, quindi quando il nostro precedente chitarrista Andy Lee non ha più avuto la possibilità di suonare fuori dagli Stati Uniti con noi, Bill è stata un’aggiunta pressoché automatica. Abbiamo anche aggiunto un altro chitarrista, Christian Wentz, che è da molti anni un nostro carissimo amico ed è adatto alla nuova formazione a due chitarre che vogliamo proporre da qui al futuro. Inoltre c’è un tastierista permanente, Henning Wanner, che ci sta aiutando davvero molto sul lato più melodico, apporto che le sue tastiere forniscono in maniera eccellente. Per finire abbiamo anche un nuovo batterista, Adam Sagan. E’ di Minneapolis e il suo stile è perfetto per i CIIC, aggiungendo parecchio al sound della band, in aree diverse. Uno dei nostri obiettivi era quello di eliminare il bisogno di tracce pre-registrate durante i nostri show dal vivo, cosa cruciale nella scelta dell’attuale line-up, dato che vogliamo presentare la musica nella sua forma più pura e potente, e questa volontà è stata la chiave che ci ha portato alle decisioni prese negli ultimi due anni.
So che è una domanda difficile a cui rispondere, ma se fossi obbligato a scegliere solo un album dalla vostra discografia, quale sceglieresti e perché?
Guarda, uno dei motivi per cui ci prendiamo relativamente tanto tempo tra l’uscita di ogni album (circa 2 anni e mezzo) è perché vogliamo che ogni disco presenti in modo chiaro la band in tutta la sua interezza, sotto ogni aspetto. Ed è esattamente quello che abbiamo fatto anche per quest’ultimo album. Quindi se davvero fossi forzato nello scegliere un album, quello che rappresenta al meglio tutti gli elementi principali dei CIIC è senza dubbio “Seasons Will Fall”. Ho sempre voluto restare nel mondo della musica un tempo sufficiente per creare l’album che spiegasse alla perfezione quello che faccio. “Seasons Will Fall” è quell’album.
Praticamente tutti sanno che sei stato il cantante dei leggendari Savatage. Come ti senti ora pensando agli 8 anni passati nel gruppo?
Il periodo passato nei Savatage è qualcosa che non dimenticherò mai. Quegli anni sono stati i primi per me nel music business e tutte le cose che ho imparato lavorando con i Savatage e con Paul O’Neill sono davvero incommensurabili. Sarò per sempre loro grato per alcuni degli anni più eccitanti della mia vita. Come tutto nella vita, gli alti e i bassi sono estremi. Hai gli alti dei grandiosi show dal vivo e del successo radiofonico e hai il punto davvero più basso corrispondente alla tragica perdita di Criss Oliva e agli ostacoli degli anni seguenti. Ma nonostante questo porterò con me sempre un ricordo positivo nel mio cuore degli anni passati come parte dei Savatage. E’ grazie a loro se oggi sono dove sono e faccio quello che mi piace e per questo gli sarò sempre eternamente grato e riconoscente.
C’è una chance di rivedere prima o poi i Savatage riuniti?
Penso che il timing perché avvenga una cosa del genere debba essere perfetto. So che Jon Oliva non è molto favorevole alla cosa in questo momento, ma penso che finché tutti saremo “in pista” ci sia sempre una piccola e remota possibilità perché accada. Ma per ora aspettiamo le giuste tempistiche, anche se non mi sento di escludere nulla.
Qual è stato il motivo che ti ha portato a lasciare i Savatage per mettere in piedi i Circle II Circle?
Beh i Savatage come band nel 1997 erano in una fase di transizione verso quelli che poi sarebbero diventati la Trans-Siberian Orchestra. Sapendo questo, avevamo tutti la possibilità di pensare un po’ a quello che volevamo fare nel mondo della musica, pensieri che mi avrebbero poi portato ai CIIC. Quindi questo, unito al fatto che mia figlia maggiore era appena nata, mi ha spinto a chiudere la mia collaborazione coi Savatage. Tutto ciò mi ha lasciato quindi un po’ di tempo per pensare a cosa avrei voluto fossero i Circle II Circle e alla realizzazione del nostro primo album nel 2003. I CIIC sono nati un po’ come una sorta di “outlet” di canzoni scritte dal sottoscritto, da Jon Oliva e da Chris Caffery, per diventare poi quello che sono oggi, con me e Mitch Stewart a scrivere la maggior parte delle canzoni, con l’aiuto di Christian Wentz, Bill Hudson e del nostro produttore esecutivo Craig Blackwell. Insomma non siamo lo stesso animale dell’inizio, i CIIC si sono evoluti e reinventati nel tempo. Ma è qualcosa che accade a tutte le band, bisogna sapersi evolvere e imparare ad espandere i propri orizzonti.
Oltre a questo, potrebbe essere magari un desiderio di maggior “libertà” nel processo creativo?
Ma guarda, per quanto riguarda la “sazietà” a livello di scrittura nei Savatage potevo ritenermi decisamente soddisfatto, non è stata sicuramente questa una delle ragioni che mi ha spinto ad abbandonarli, piuttosto i discorsi che abbiamo fatto in precedenza. Ovviamente avere i CIIC ha significato per me mettere in pratica tutto quello che ho imparato negli anni coi Savatage a livello di songwriting, arrangiamenti e tecniche di produzione. E’ stato quindi davvero molto interessante avere questa occasione di espandere ancor di più le mie conoscenze. Ed è quello che ho cercato di fare in questi 10 anni di Circle II Circle.
Parlando del tuo lavoro, quello dietro al microfono, chi è il cantante in attività che ti piace di più?
Mi piace tantissimo Mark Boals. Mi è capitato di esibirmi con lui in diverse occasioni recentemente. Ha un range davvero grandioso e la sua voce è davvero potente. Mi piace molto anche il lavoro che sta svolgendo il mio caro amico Todd LaTorre come nuovo frontman dei Queensryche e non vedo l’ora di sentire cosa combinerà sul loro prossimo album.
Quali sono i piani futuri della band? C’è già un tour in programma?
Dunque abbiamo un tour nel Midwest in programma per Aprile e in seguito c’è un piccolo tour in Europa a Maggio. Subito dopo voliamo in Sudamerica per poi tornare negli States per alcune date estive. Verso la fine dell’estate invece torniamo in Europa per alcuni festival e per delle date in diversi club, tra cui speriamo ce ne sia qualcuno italiano. Insomma, sarà un anno molto intenso per i CIIC!
Ok Zak direi che è tutto. Buona fortuna per i vostri progetti futuri e speriamo di vederci presto in Italia!
Grazie davvero! Spero anch’io di vederci in Italia al più presto!!

Quoth the Raven, Nevermore..
Intervista a cura di Andrea Gandy Perlini

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 feb 2013 alle 04:30

Zak ha ragione, Seasons Will Fall è il miglior disco sei CIIC