(24 maggio 2008) Milano Thrash Fest - 24 Maggio 2008 (Marmaja, Cusano Milanino, MI)

Info

Provincia:MI
Costo:10€
I revival, di qualsiasi specie e fattura, non hanno mai incontrato molto entusiasmo da parte del sottoscritto, che tuttavia, ogni tanto non disdegna d'essere smentito come è successo ieri sera, sabato 24 maggio 2008.
In tale data, s'è consumato presso il feudo di Trapattoni (alias Cusano Milanino) la prima edizione del Milano Thrash Fest, che se mai ci fosse bisogno di rimarcarlo è completamente dedicato alla promozione e supporto della (ri)nascente scena thrash metal del nord Italia.
Così, dopo tre ore scarse di viaggio spese tra FS, metrò ATM e Ferrovie Nord, mi trovo davanti al locale (il Marmaja) a rimirare quasi incredulo una fauna umana che trasla la dimensione spazio-tempo pressapoco intorno al biennio '87-'89 o giù di li. Il pubblico è infatti abbigliato nel più canonico thrash-style, con chili di toppe, spille e borchie sulle spalle, mentre ai piedi fanno bella mostra di se scarpe uscite direttamente dall'NBA del miglior Jordan unitamente ai capellini tanto cari ad Anthrax e Suicidal Tendencies.
Un autentico spettacolo per gli occhi, se non fosse che tanta caricatura visiva veniva affossata da comportamenti da uomini di neanderthal (vedi gara di sputi), dai soliti discorsi su discografie più o meno complete procurate in modi non del tutto leciti (della serie portiamo sul giubbotto dischi che non abbiamo mai visto fisicamente...) e da un comportamento sotto il palco che più volte mi ha fatto invidiare il tanto compassato headbanging che contraddistingue la scena metal nord europea.
Faticosamente digerito l'impatto col pubblico che compone il novello universo thrash italiano, in cui spicca comunque qualche gradevole eccezione, entro nel locale pochi minuti prima delle 21 giusto per assistere alla partenza del primo gruppo della serata.
I National Suicide, nativi di Trento, aprono le danze proponendo una mezz'ora scarsa di materiale chiaramente ispirato agli Exodus conditi da una buona dose di speed, ed un timbro vocale quasi costantemente impostato sull'acuto.
A causa dei pessimi suoni con cui hanno avuto la sfortuna d'esibirsi, non sono in grado di fornire un giudizio obiettivo sulla loro prestazione, ne lodo comunque l'energia ed umiltà con cui si sono atteggiati per tutta l'esibizione e nel post concerto.
A seguire, salgono sul palco del Marmaja i milanesi Hellstorm, che scuotono la serata proponendo un repertorio di preponderante matrice Slayer periodo Hell Awaits, in cui più di una volta salta all'orecchio qualche rigurgito black metal a livello vocale e di “taglio” chitarristico. Una prestazione al fulmicotone la loro, che pur esaurendosi in 40 minuti scarsi, lascia senza fiato ma con soddisfazione.
Trascorsi i canonici 10 minuti di preparazione palco, giunge il momento dei bresciani Endless Pain, band dedita ad un thrash piuttosto brutale che cattura gli entusiasmi del pubblico ma, personalmente, comunica davvero poco, al punto tale da indurmi ad abbandonare le prime file per rifugiarmi nella più ariosa retrovia del locale.
Intorno alle 23:30 è il turno dei Methedras, ennesima formazione di Milano il cui stile si può ricondurre al post-thrash anni '90.
Non essendo un amante di tali sonorità (a dirla tutta ne ho le scatole piene degli adoratori di Darrell/Pantera, Machine Head e compagnia stoppata...) non ero proprio entusiasta di dovermeli sorbire per quasi un'ora. È qui, però, che la smentita di cui parlavo in apertura salta fuori con prepotenza. I Methedras, infatti, costruiscono un esibizione talmente carica d'energia, impatto e cura nell'esecuzione per cui è impossibile non rendergli la lode che meritano. A prescindere dai gusti personali ho avuto a che fare con una band capacissima, amalgamata al meglio e dotata d'un frontman che fa impallidire artisti da decine di migliaia di spettatori a serata. Faccio quindi i più vivi complimenti al gruppo a cui auguro ogni fortuna, se lo meritano!
Giunti a questo punto mi consideravo praticamente sazio e pronto per l'headliner della serata. Verso mezzanotte e mezza, però, capisco d'aver fatto i conti senza l'oste, che sul tavolo mi presenta gli Irreverence, i quali condividono la medesima sorte già toccata agli Endless Pain, ovvero esibizione incolore al cui interno passa senza colpo ferire anche la cover d'un pezzo epocale come Agent Orange dei Sodom.
La delusione non mi turba più di tanto dal momento che è l'ora di vedere all'opera un pezzo di storia dell'estremo italiano. Parlo degli Schizo che per un ora massacrano il pubblico con una notevole lezione di thrash/black, che nell'esecuzione dei brani tratti dal seminale Main Frame Collapse (Psyco terror, Make her bleed slowly) vive i suoi momenti migliori. A livello esecutivo applaudo la prestazione di S.B. Reder, che ha messo in risalto la validità del proprio riffing passato e presente, e Dario Casabona che s'è dimostrato fondamentale nella tenuta della ritmica col proprio drumming potente e preciso. Valido anche l'apporto di Volcano, che in tempi recenti ha rilevato il basso di Penzin, impegnato a tempo pieno con la rinascita dei Mondocane, cui gli Schizo hanno reso omaggio con le ottime "Necroschizophrenia" e “Mario please don't cry”.
Considerando l'andamento generale della serata, la buona affluenza di pubblico e la scelta d'una location adeguata all'evento, il Milano Thrash Fest ne esce in maniera più che positiva, con l'auspicio che possa diventare un evento significativo nel contesto della rinascita del movimento thrash locale, che in questa serata (a onor del vero non solo in questa...) ha registrato anche la presenza di Contini e Panigada, che sembrano sempre più intenzionati a rimettere in piedi i Bulldozer...
Report a cura di Luca 'Orphen' Recla

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 mag 2008 alle 18:22

ottima rece!!! completamente d'accordo con Orphen

Inserito il 26 mag 2008 alle 17:55

"tanta caricatura visiva veniva affossata da comportamenti da uomini di neanderthal (vedi gara di sputi), dai soliti discorsi su discografie più o meno complete procurate in modi non del tutto leciti (della serie portiamo sul giubbotto dischi che non abbiamo mai visto fisicamente...) e da un comportamento sotto il palco che più volte mi ha fatto invidiare il tanto compassato headbanging che contraddistingue la scena metal nord europea." quanto hai ragione!!! peccato non esserci stato :(