(24 novembre 2015) Battle Beast + guests @ Live 23 Bosco Marengo (AL)

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Provincia:AL
Costo:15
A scaldare gli animi in una fredda serata di fine novembre, arrivano in Italia tre formazioni emergenti - anche se tutte quante hanno già tre album nel loro carniere - che stanno cercando di farsi notare e ritagliarsi un po' di spazio.
Ecco quindi dal Canada i The Order of Chaos, poi i teutonici Alpha Tiger e gli headliner, i finlandesi Battle Beast, che si susseguono sul palco del Live 23, un interessante e confortevole locale dove mi ritrovo (colpevolmente...) per la prima volta, ma dal quale sono passati gruppi come Orphaned Land, Gus G. o Elvenking.

Il compito di aprire la serata tocca comunque a Marco Angelo, chitarrista di Vicenza che in passato ha condiviso il palco con svariati musicisti, tra questi Paul Gilbert e Gus G, e che nascosto sotto un cappuccio (da qui il nick The Hooded Guitar) non risparmia un bel filotto di note ai primi avventori della serata.
Purtroppo il mio ingresso nel Live 23 coincide con le battute finali del suo concerto, poche ma che comunque sono già state in grado di indurre buone sensazioni.

Giusto il tempo di preparare il palco, e puntualissimi salgono sul palco i The Order of Chaos, tra le cui fila si fa notare immediatamente la cantante Amanda "The Wench" Kiernan, da poco anche frontwoman degli Into Eternity visto che Stu Block ha optato per gli Iced Earth, abile a rompere il ghiaccio con i fans presenti che non mancano di far sentire il loro calore ai canadesi. Grande spazio alla loro ultima fatica, "Apocalypse Moon", e così si parte con "Survival of the Richest", anche se poi i maggiori riscontri si hanno con il bel tiro di "Sexwitch" e dalla più ritmata "The Devil That You Know". I The Order of Chaos, guidati anche dall'entusiasmo del chitarrista John Simon Fallon, si propongono con un energico e Heavy Metal che spazia - o meglio schizza - dal Power allo Speed/Thrash, e non mollano la presa sino alla conclusione del loro concerto, affidata alla potente e metallica "Darklord" (dal precedente "Burn These Dreams").



Tocca quindi agli Alpha Tiger, chiamati a confermare tutte le buone parole spese nei confronti dei loro album, e che si presentano con il nuovo cantante Benjamin Jaino.
Giovani e palesemente devoti al più classico Heavy Metal (certo i pantaloncini indossati dal bassista e da uno dei due chitarristi non sono propriamente old school...) ma la passione per i vecchi Maiden e Helloween è palpabile, e lo dimostrano rispettivamente canzoni come la conclusiva "Black Star Pariah" e "Along the Rising Sun". Devo riconoscere all'accoppiata iniziale "Lady Liberty" e "Scripted Reality" di essere state in grado di far esplodere tutta l'energia di questo giovane combo, e a "We Won't Take It Anymore" di funzionare meglio dal vivo che su disco, Senza eccellere ma nemmeno strafare, Benjamin Jaino dimostra di essere all'altezza del compito, e pur avendo studiato con attenzioni i movimenti e le pose di Bruce Dickinson, deve ovviamente prendere maggior confidenza con il palco.

Ecco quindi il momento degli headliner, anche loro belli carichi e intenzionati a lasciare il segno. Dei Battle Beast avevo accolto con gran entusiasmo l'esordio "Steel", con tutta la sua irruenza e spavalderia, ma non ero entrato così in sintonia con il successivo "Battle Beast", primo lavoro con Noora Louhimo dietro al microfono e dove gli orizzonti musicali del gruppo si erano spostati sia verso lidi più hardrockeggianti sia a favore di soluzioni ammiccanti e orecchiabili, ribaditi poi dal recente "Unholy Savior". Una formula che dal vivo dimostra di poter funzionare, soprattutto quando a fronteggiare il tutto è una cantante come l'istrionica Noora Louhimo e a tirar le redini c'è una sezione ritmica come quella formata da Eero Sipilä e Pyry Vikki, quest'ultimo davvero devastante dietro al suo drum-kit. Pure il tastierista, Janne Björkroth, nonostante un look ben poco Metal, risulta integrato nell'economia del gruppo, e lo dimostra sia nel duello a colpi di note con il chitarrista, sia nella prova "scola tutta la tua birra", durante la quale viene coinvolto anche uno dei fan delle prime file.
Siparietti divertenti che probabilmente servono a prendere un po' di fiato ma non penalizzano il concerto dei finlandesi che convincono, anche in occasione della False Metal e danzereccia "Touch in the Night" che riesce a non essere stucchevole o banale. Questo non toglie che personalmente trovi maggiormente efficaci i brani più d'impatto e powerosi come "Madness", Iron Hand", "Show Me How to Die", per non stare a citare uno dei più riusciti del set: "Black Ninja".
Decisamente sopra le più rosee aspettative: questi Battle Beast sembrano avere un marcia in più, vedremo fin dove potranno arrivare.



Battle Beast Setlist:
Intro/Far Far Away
I Want the World… and Everything in It
Out on the Streets
Let It Roar
Into the Heart of Danger
Neuromancer
Black Ninja
Madness
Sea of Dreams
Unholy Savior
Iron Hand
Touch in the Night
Show Me How to Die
Enter the Metal World
Out of Control
Report a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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