Copertina 8,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2008
Durata:68 min.
Etichetta:Ulterium Records
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. A TOWER OF ASHES
  2. ON EAGLES' WINGS
  3. LAYING THE DEMON TO REST
  4. BETHLEHEM
  5. ABSOLUTION DAY
  6. THE WRITING IN THE SAND
  7. MARTYR
  8. MIRROR OF SOULS

Line up

  • Matt Smith: vocals, guitars, orchestrations, bass
  • Jonathan Hinds: guitars, vocals
  • Patrick ParrisBass, vocals
  • Shawn Benson: drums

Voto medio utenti

Interessante mix americano di power metal, AOR, prog e christian lyrics, i Theocracy giungono con questo "Mirror of Souls" al secondo lavoro sulla lunga distanza, dopo il primo autointitolato risalente ormai al lontano 2003. In quell'occasione, era stato il mastermind Matt Smith ad occuparsi di cantare e suonare tutti gli strumenti. Adesso, forte di una formazione un pò più stabile ed articolata, il nostro eroe dà alla luce un progetto davvero molto, molto interessante. E chi legge queste pagine sa benissimo che faccio estrema fatica a lasciarmi andare in lodi sperticate, soprattutto quando la band è (relativamente) giovane e le coordinate stilistiche sono ancora incerte e/o poco definite. Ma devo dirvi, con la manina sul cuore, che i Theocracy sembrano davvero una gran bella promessa.

L'album consta di 8 tracce (9, nell'immancabile versione giapponese con bouns track), che alternano lunghezze oscillanti tra i 4:11 del "singolo" On Eagles' Wings ai ben 22:26 della lunga, conclusiva suite che dà il titolo all'album. All'interno di questo dischetto, molti palati si potranno saziare: amanti del power più happy e moderno, alla Edguy, strizzatine power/prog alla Symphony X, cori immortali alla Helloween, fast power alla Stratovarius e una band che suona bene, bene, bene. Le songs tengono una ottima longevità, non risultando stancanti o somiglianti tra di loro neppure dopo tanti ascolti. Dalla velocissima opener "A tower of Ashes", alla proggy "Laying the Demons to Rest", alla lenta ed epica "Bethelem", alla happy helloweeniana "Absolution Day" (forse la migliore dell'album), la lista potrebbe continuare fino alla fine. Queste canzoni sono semplicemente belle, concetto che, purtroppo, molte volte, viene messo da parte per concentrarsi esclusivamente su onanismi strumentali fini a se stessi. Qui la (indiscutibile) tecnica strumentale va invece a braccetto con un songwriting convincente e già maturo. Tra parentesi, l'ugola di Mr Smith è davvero strepitosa: acuta, pulita e potente, immaginatevela a metà strada tra Sammet e Matos... Se sto ragazzo canta live così come nel disco, potete tranquillamente correre a prendere i biglietti, parola dello zio Sbranf!

Tiriamo le somme: gran bel disco, super consigliato, una ventata d'aria nuova ogni tanto non dspiace, non si vive di soli Dream Theater, e che cribbio!
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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