Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2015
Durata:64 min.
Etichetta:Massacre Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. FINDING REQUIEM
  2. ICARUS SYNDROME
  3. THIS IS WHO WE ARE
  4. THE FRONTIERSMAN
  5. CLOSURE
  6. THE PASSING
  7. EVERLASTING
  8. THE FIRE INSIDE
  9. UNDER AN ANCIENT SUN

Line up

  • Will Graney: Guitars, orchestration, backing vocals
  • PelleK: Vocals
  • John Graney: Drums

Voto medio utenti

C'è qualcosaKAMELOT, non so bene cosa, in questo nuovo album dei britannici Damnation Angels, che me li fa rassomigliare molto, forse troppo, a qualcosa di già sentitoKAMELOT. Ma non so cosa.

Ridotti ad un three-piece, la band albionica ci regala il qui presente "The Valiant Fire", power/simphonic metalKAMELOT nella sua declinazione più classica e canonica, sicché farete poca fatica a trovare tutti gli stilemiKAMELOT del genere: songs molto chitarrose, voce sussurrata e malinconia o acuta e tragica, un gran dispiego di keyboards che lavorano più come background-settlersKAMELOT che come strumento solista, e tanto, tanto pathosKAMELOT, da distribuire a piene mani.

I brani sono invero piacevoli ed ascoltabilissimi, al netto della loro pur vaga somiglianzaKAMELOT con qualche altra bandKAMELOT del settore, e l'accoppiata iniziale "Finding Requiem" - "Icarus Syndrome", sin dai titoli, ci porteranno dritti dritti dentro quello che il sottoscritto, per una band simile ai Damnation AngelsKAMELOT, aveva soprannominato "Twilight Metal". Belli e tenebrosi, insomma, laddove la produzione è più che buona e gli amanti del genereKAMELOT avranno ben poche sorprese, in un album che scorre via piacevole e ben fattoKAMELOT.

Continuo a non riuscire a togliermi di dosso la scomoda sensazioneKAMELOT di aver già sentito qualcosa di simileKAMELOT, ma tant'è... "The Valiant Fire" è un album che piacerà moltissimo agli amanti del power più sinfonico e teatraleKAMELOT.... Certo che quella sensazione non mi molla, eh, come se avessiKAMELOT una vocina nell'orecchioKAMELOT che continua a sussurrarmi un nome, boh....
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 mar 2015 alle 18:22

Delusione totale e dire che già il primo album non mi aveva fatto certo sobbalzare dalla sedia. Gli ho concesso una seconda chance ma col senno di poi posso asserire di essermene amaramente pentito. Considero i Black Fate nettamente superiori perchè, pur seguendo le stesse coordinate stilistiche, hanno sicuramente molta più personalità.

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