Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:59 min.
Etichetta:Cruz Del Sur Music
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE WRATHFORGE
  2. DRAGONHELM
  3. FINIS MUNDI
  4. METAL FROM HELLAS
  5. HYRKANIAN BLADES
  6. OCEANS OF PAIN
  7. BORN IN THE 70'S
  8. WARLORD OF MARS
  9. DEATH BEFORE DISGRACE

Line up

  • Marco Concoreggi: vocals
  • Kostas 'H.K.' Tzortzis: guitars
  • Manolis Karazeris: guitars
  • Kostas 'S.K.' Makrikostas: bass
  • Nick Papadopoulos: drums

Voto medio utenti

I Battleroar non hanno nessuna intenzione di mancare all'appuntamento con il terzo album, così con "To Death and Beyond" realizzano il degno successore dell'ottimo "Age of Chaos", un nuovo episodio totalmente dedito all'Epic Metal, anche se caratterizzato da diverse sfumature.
Senza tradire lo spirito e l'eredità di gruppi come Manilla Road, Omen o Jag Panzer, ma si percepisce anche la forte influenza da parte degli Iron Maiden, questa formazione ellenica (ma il cantante è sempre l'italiano Marco Concoreggi) ha ormai consolidato una propria identità, puntando su un songwriting d'eccezione, sulla potenza che riescono ad esprimere e sul talento del già citato vocalist, che in diversi passaggi dimostra di poter rivaleggiare in bravura addirittura con un "mostro" come Harry "The Tyrant" Conklin. Già, è impossibile non pensare ai Jag Panzer di fronte alla marziale opener "The Wrathforge" (un vero gioiellino epico), o al break melodico della malinconica "Finis Mundi".
E' invece il grido di un'aquila ad aprire l'autobiografica (almeno credo) "Metal from Hellas", tutta giocata sui cori, magari un po' ingenua ma tremendamente efficace.
Non cedono d'un passo nemmeno la corale "Dragonhelm" (dall'inizio cavalcante tipicamente alla Maiden), la veloce "Hyrkanian Blades" e la manowariana "Oceans of Pain" (stupendo il break acustico), mentre si distacca dal mood generale dell'album "Born in the 70's", con le sue atmosfere smaccatamente Hard Rock, sebbene mischiate a passaggi che non possono che far pensare agli Iron Maiden. Tutto questo prima della doppietta finale, nuovamente votata ad un metal epico e battagliero, composta dalla più diretta "Warlord of Mars" ed infine da "Death Before Disgrace", maggiormente articolata, con spunti acustici (davvero bravi, anche nei passaggi elettrici, i due chitarristi Kostas Tzortzis e Manolis Karazeris) ed intrecci corali, e dove si predilige il pathos alla velocità ed all’impatto frontale.

Hail, Hail, Hail and Kill...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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