Epic / Folk Metal - Introduzione

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Quando si parla di epic metal al giorno d’oggi c’è il rischio di fare una grossa confusione e di trovare catalogati con questa etichetta gruppi assai improbabili che suonano musica barocca, neoclassica, pomposa… ma non di certo epic metal! Se si pensa agli autori classici più epici vengono in mente Wagner, Orff, Holst, e non certo Bach, Vivaldi o Corelli. Tantomeno è sufficiente trattare temi epico fantasy e/o mitologici per essere annoverati tra le fila delle bands epic metal. Chiariamo subito un fatto fondamentale: le bands che fanno parte del movimento che prende il nome di “Epic Metal” sono davvero poche, e se elencassimo le più conosciute non arriveremmo neanche alla dozzina di nomi. Nell’ambito del metal classico, soprattutto negli anni ottanta, sono centinaia i gruppi che hanno composto canzoni o album con testi e atmosfere epicheggianti, a partire dai mostri sacri come Judas Priest (pensate a song come “The Sentinel”), Black Sabbath del periodo Martin con album quali “Tyr” e “Headless Cross”, Iron Maiden (e qui la lista delle song sarebbe davvero lunga), continuando con nomi meno conosciuti ma che hanno pur sempre lasciato delle tracce tangibili del loro passaggio come Jag Panzer, Fifth Angel, Crimson Glory e molti altri; per finire con bands che non sono quasi arrivate nemmeno al full lenght come Axehammer, Witchkiller, Medieval Steel.

Esiste anche un rock in alcune occasioni epico, quello di bands come Queen e soprattutto Magnum; oppure addirittura il southern rock epico dei Molly Hatchet, e perché non citare i contemporanei autori di colonne sonore come il grande Ennio Morricone autore della trilogia del dollaro, e Basil Poledouris compositore e direttore della colonna sonora capolavoro di “Conan il Barbaro”; ma il puro “Epic Metal” è un’altra cosa ancora. Sebbene ci siano delle bands che hanno sicuramente anticipato degli elementi come Uriah Heep e Rainbow se non addirittura casi eclatanti come quello dei Dust di “Hard Attack” (ovvero come avrebbero suonato i Manowar nel 72), l’epic metal affonda le sue radici nel sound dei seventies, nel rock duro e ispirato a tratti anche psichedelico e si spinge sempre più verso una musica pesante, oscura, evocativa, guerresca, eroica; nasce negli states con bands del calibro di Manilla Road, Cirith Ungol, Manowar, Virgin Steele (potremmo citare anche gli svedesi Heavy Load) a cui si aggiungono poi Omen, Warlord, Brocas Helm (vere e proprie bands metal) e altri ancora, ognuno con personalità e caratteristiche proprie. Le tematiche trattate sono quelle dei romanzi di Robert E. Howard, H.P. Lovecraft, Michael John Moorcock, J.R.R. Tolkien e Edgar Alla Poe, ma anche l’epica classica di Omero e Virgilio; molti elementi vengono ripresi dalla mitologia nordica, quella celtica, leggende e miti, se non addirittura eventi storici realmente accaduti. L’iconografia che più si addice a questo genere di musica è quella di artisti come Frank Frazzetta e Michael Whelan (che firmerà tutte le copertine dei Cirith Ungol) e in seguito Ken Kelly (che mai raggiungerà i livelli dei maestri citati).

In concomitanza con l’uscita dei primi dischi epic metal uscivano dei veri e propri capolavori della cinematografia epic: “Excalibur” 1981 di John Boorman e “Conan the Barbarian” 1982 di John Milius. L’apice del movimento può essere individuato a detta di molti nei primi quattro album dei Manowar, (a mio modesto parere “Into Glory Ride” tocca vette mai più raggiunte né raggiungibili), dalla trilogia “Crystal Logic”, “Open The Gates”, “The Deluge” dei Manilla Road (ma io adoro ogni singola nota che abbia inciso Mark Shelton), “King Of The Dead” dei Cirith Ungol e “Battle Cry” degli Omen; altre bands che potrebbero rientrarenella categoria “epic” da citare anche se meno conosiute sono Valhalla, Satan’s Host, gli australiani Taramis e gli italiani Adramelch, per certi versi i primi Candlemass fino ad arrivare ai giorni nostri con Solstice, Lord Weird Slough Feg e ultimamente Doomsword, ma ci sarebbero da citare decine di underground bands vecchie e nuove sparse per il pianeta, di cui una grossa fetta italiane. Un discorso a parte meriterebbero poi i Bathory del periodo “Hammerheart”, “Blood On Ice” nella persona di Quorthon per aver dato vita a quello che oggi conosciamo come “Viking Metal”, filone della musica estrema strettamente legato all’epic. In questi ultimi anni un crescente interesse per l’epic metal ha fatto sì che alcuni albums prima irreperibili fossero ristampati e che alcune bands si riformassero; inoltre sono sempre di più le giovani formazioni che si dedicano ad un sound epico nell’accezione più genuina del termine.

Foto tratta da pagina Facebook
MANOWAR