Copertina 7

Info

Anno di uscita:2008
Durata:52 min.
Etichetta:Escape Music
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. ROAD TO HEAVEN
  2. I CAN BREATHE
  3. MAKE A STAND
  4. ANYTHING GOES
  5. LIKE ME LIKE THAT
  6. BROKEN GLASS
  7. WE DON'T TALK
  8. COMIN' HOME
  9. NOTHING ELSE I CAN DO
  10. WALKIN' AWAY
  11. REMEMBER THOSE DAYS
  12. NOT DONE TIL IT'S DONE
  13. MUCH MORE INNOCENT

Line up

  • Robert Berry: vocals, bass
  • Alan Fitzgerald: keyboards
  • Gary Pihl: guitars
  • David Lauser: drums

Voto medio utenti

Nuovo lavoro per gli Alliance, la “superband“ plasmata nel carisma di Robert Berry, Gary Pihl, David Lauser e Alan Fitzgerald, un manipolo di maturi e scaltri professionisti dal solido curriculum vitae che conosce assai bene la materia melodica e un po’ tutti i “segreti” dell’airplay radiofonico.
Nessuna sorpresa, dunque, se in “The road to heaven”, troverete qualcosa del prog poppettoso dei Three e il gusto innato per la melodia “aitante” dei Night Ranger (e dei Damn Yankees, pure), nomi sicuramente “familiari” ad alcuni nei nostri protagonisti (Berry ha condiviso con Mr. Keyboards Keith Emerson e con il Maestro della batteria Carl Palmer la brevissima parabola dei Three, laddove credo sia del tutto superfluo ricordare il contributo di “Fitz” al magistrale suono prodotto in “gioventù” dal Ranger della Notte), amalgamati attraverso un modus operandi che può altresì ricordare in maniera piuttosto vivida la suggestiva intensità emozionale tipica delle favolose movenze artistiche dei Bad English.
Ascoltate la title-track o “Like me like that” e ditemi se non appaiono proprio come una deliziosa interpolazione Night Ranger / Bad English, con questi ultimi che ritornano ad essere evocati in lontananza nelle pulsazioni armoniche pregne di pathos di “Broken glass”, “We don’t talk” e “Comin’ home”.
Un tocco sinfonico progressivo in versione “affabile” adorna le belle “I can breathe” e “Remember those days” e, mentre le traiettorie felpate e la progressione romantica di “Make a stand” riportano alla memoria i fasti di “Sister Christian”, ecco che “Anything goes” e “Walkin’ away” s’illuminano di scintillanti bagliori blues & soul, “Nothing else I can do” sembra quasi ammiccare alle soluzioni espressive care a certi U2 e “Much more innocent” chiude l’albo con un brano a 24 carati non troppo distante da quel tesoro rappresentato dal repertorio dei Maledetti Americani.
Non siamo ancora giunti all’ambita conquista del “Paradiso” del rock di classe, tuttavia la “Strada” prosegue con passo sicuro e parecchio ispirato, per una delle poche Alleanze (scusatemi, ma scrivo queste parole dopo aver subito l’ennesima estenuante e spesso “grottesca” campagna elettorale!) che mi piacciono davvero.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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