Copertina 8

Info

Anno di uscita:2010
Durata:45 min.

Tracklist

  1. WE'RE GONNA MAKE IT TO THE END
  2. BLACK NIGHT (FEAT TOBIAS SAMMET)
  3. I CAN'T LOOK THE OTHER WAY
  4. SHELTER
  5. BEG BEG BEG
  6. DANGER ROAD
  7. STAY
  8. EVERYBODY WANTS TO BE SOMEONE
  9. NOBODY LOVES YOU LIKE I DO
  10. I KNOW WHAT IT TAKES
  11. CAST AWAY
  12. HIGH ON LOVE
  13. WHO WILL STOP THE RAIN

Line up

  • Kenny Leckremo: vocals
  • Dave Dalone: guitars
  • Eric Rivers: guitars
  • Jimmy Jay: bass
  • Crash: drums
  • Jona Tee: keyboards

Voto medio utenti

Giunto in ritardissimo in redazione, finalmente è possibile scrivere qualche parola “postuma” sul secondo capitolo della discografia degli H.E.A.T., nuova incredibile realtà del mondo melodico, giunta al grande pubblico dopo aver fatto saltare più di qualcuno sulla sedia pubblicando il debutto omonimo un paio d’anni fa. Dopo un debut così, l’attesa per il secondo disco era più che giustificata.

Si parte con il piede giusto: We’re Gonna Make It To The End è una buona opener, piacevolissima anche se non clamorosa. La successiva Black Night ospita Tobias Sammet alla voce, guarda caso in una di quelle canzoni dove la strofa è dominata dal solo giro di basso (ogni riferimento agli ultimi Avantasia è assolutamente voluto). Tuttavia, il refrain è assolutamente in grado di risollevare ampiamente la canzone. Finalmente il livello inizia a salire verso l’eccellenza assoluta con I Can’t Look The Other Way, a mio parere tra le migliori dell’album. Si rallenta un po’ con la delicata intro di Shelter, che esplode in una song intensa e avvolgente, dominata da linee vocali da brividi. Il primo singolo Beg Beg Beg è sicuramente il modo migliore per farsi amare al primo ascolto, grazie a un ritornello estremamente catchy. A parte quello, però, se ci si ferma ad ascoltare quello che sta intorno al refrain ci si accorge di trovarsi nuovamente di fronte ad un pezzone da dieci e lode. Danger Road e Stay passano veloci e fresche, prima di lasciare spazio a Everybody Wants To Be Someone, al termine della quale si può solamente alzarsi in piedi ed applaudire: intro di piano favolosa, ritornello che pesca a piene mani dai maestri del genere, assolone ganzo e possente, voce ancora una volta incredibilmente efficace. Nobody Loves You (Like I Do) sembra fatta apposta per piantarsi in testa al primo ascolto, mentre la successiva I Know What It Takes rappresenta a mio parere l’episodio meno riuscito dell’intero lavoro, anche se, sinceramente, se tutti gli episodi “meno riusciti” fossero così ci sarebbe da stare più che allegri. Con Cast Away il ritmo rallenta nuovamente per una canzone delicata e di estrema classe, prima di passare al rock and roll scanzonato e trascinante di High On Love, vera e propria perla pronta a fare sfracelli in sede live. Sembrano passati 10 minuti e invece siamo purtroppo già arrivati alla fine con Who Will Stop The Rain, altro pezzone melodico e cullante che chiude degnamente Freedom Rock.

Ottimo disco, forse un po’ penalizzato da una produzione che in alcune parti avrebbe potuto puntare su suoni maggiormente incisivi. Sicuramente non ai livelli del primo album, ma assolutamente tra gli highlighs del 2010 e degno di ricevere i soldi necessari per acquistarlo. Adesso non ci resta che attendere le prossime mosse degli H.E.A.T. Come molti di voi sapranno da qualche mese la band ha cambiato cantante, sostituendo il poderoso Kenny Leckremo con il giovane Erik Grönwall, fresco di talent show e pronto a mostrare al mondo le proprie doti. Certo, sostituire un singer di qualità eccelsa come Kenny non sarà semplice. Soprattutto, resterà da vedere come il sound della band verrà plasmato a immagine e somiglianza del nuovo vocalist e come quest’ultimo si comporterà dal vivo, alle prese con le parti vocali non certo semplici dei pezzi scritti prima del suo arrivo.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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