Copertina 7

Info

Anno di uscita:2003
Durata:46 min.
Etichetta:Low Frequency
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. BEYOND SHADOWS
  2. HUMANCRADLEGRAVE
  3. TRAGEDY
  4. CROSS MY PATH
  5. FALLING FROM GRACE
  6. GLASSHEART
  7. THE LAST SUNSET

Line up

  • Michael Henneken: vocals
  • Timo Kauppinen: guitars
  • Henrik Klingenberg: keyboards
  • Pasi Kauppinen: bass
  • Jukka-Pekka Koivisto: drums

Voto medio utenti

Non ho notizie biografiche a corredo di questo quintetto finnico, credo dunque questo sia il loro esordio per l'etichetta locale Low Frequency Records, che sta ultimamente immettendo sul mercato delle proposte alquanto valide. Così come sono validi questi giovani (a giudicare dalle foto del booklet) Silent Voices, band che si inserisce nello stesso filone dei "quasi" conterranei Pagan's Mind, ossia un power progressive metal dalle tinte molto queensrychiane. Non raggiungiamo certo il livello dei colleghi norvegesi, comunque le idee ci sono e "Chapters Of Tragedy" si fa notare per una bella produzione che evidenzia la voce pulita ed espressiva di Michael Henneken (anche se un pò troppo nasale in certi punti, mi ha ricordato un James Labrie meno stentoreo) ed un gioco di squadra a livello strumentale. Le composizioni sono ben bilanciate ed il riffing mai teso e troppo articolato, anzi sempre pronto ad aperture melodiche, in cui la voce si ritaglia dei momenti di primo piano. L'approccio del gruppo alla materia è molto chitarristico, le tastiere sono più un gradevole riempitivo che altro, con l'ottimo risultato che i pezzi ne guadagnano in potenza e dinamicità, vedi ad esempio la lunga e conclusiva "The Last Sunset", nove minuti di progressione sonora assolutamente coinvolgenti, protagonista la chitarra di Timo Kauppinen. Incisivo anche il terzo episodio "Tragedy", che supera i dieci minuti di durata senza cali di tono. La band il meglio lo da quando si preme il piede sull'acceleratore e la doppia cassa suona la carica, ascoltare per credere l'inizio di "Beyond Shadows" e "Falling From Grace". Un basso pulsante ci introduce invece in "Cross My Path", dove parti più riflessive di pianoforte si alternano a fraseggi veloci per un pezzo dal vago sapore orientaleggiante. "Glassheart" è introdotta da un bel giro di basso ed è il pezzo più bello del disco, carico di groove, su cui tastiere inquietanti dipinti atmosfere oscure. La caccia per raccogliere l'eredità dei Conception, una grandissima band che non ha mai raccolto quanto gli spettasse, a dispetto di ottimi dischi, è aperta: in pole position ci sono sempre i Pagan's Mind, ma anche questi Silent Voices possono aspirare ad un posto di primo piano. Convincenti.
Recensione a cura di Andrea 'Spider' Brunazzo

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