Copertina 10

Info

Past
Genere:Death Metal
Anno di uscita:1992
Durata:42 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. GOLGOTHA
  2. DEVOURED DEATH
  3. BLASPHEMOUS CREMATION
  4. ROTTING SPIRITUAL EMBODIEMENT
  5. UNHOLY MASSACRE
  6. ENTRANTMENT OF EVIL
  7. CHRISTENING THE AFTERBIRTH
  8. IMMORTAL CESSATION
  9. PROFINATION
  10. DELIVERANCE OF HORRIFIC PROPHECIES
  11. ETERNAL TORTURE

Line up

  • Craig Pillard: Guitars, Vocals
  • Jim Roe: Drums
  • Ronny Deo: Bass
  • John McEntee: Guitars

Voto medio utenti

La prima incarnazione degli Incantation vede l’alba nell’agosto del 1989, ma solo dopo una serie di traversie dovute a cambi di line-up, compreso l’abbandono di due cantanti, tra cui Will Rahmer che poi fonderà i Mortician, trovano una stabilità, con l’arrivo del cantante Craig Pillard che sarà la vera rivelazione di “Onward To Golgotha”, album di debutto della band nel 1992.
Gli Incantation sono sempre stati e sempre saranno la band di John McEntee il quale, nel corso degli anni, ha via via sempre di più assunto un aspetto luciferino, una sorta di Charles Manson invecchiato bene. E Lucifero (o Satana come vi pare meglio) c’entra molto con la musica degli Incantation che è tutta basata, dal punto di vista lirico, sul satanismo e sull’anticristianesimo, la qual cosa ha inevitabili ricadute anche sulla musica.
Gli Incantation trovano da subito la formula vincente, perché sanno essere brutali ed heavy, con un cantante dal growl profondo e oscuro, ma diluiscono la propria devastazione sonora con i rallentamenti che li renderanno celebri e che faranno scuola. Rallentamenti dal sapore doom, conati di pura blasfemia e tenebra. Aggiungete poi una produzione sicuramente sopra la media delle uscite del periodo, capace di enfatizzare l’aura oscura del disco.
Ciò che stupisce è anche la qualità del songwriting, nonché la capacità di amalgamare le diverse componenti del sound, fino a renderle un unicum marcio, asfissiante, infernale.
Infernale come l’iniziale “Golgotha” che parte subito fortissimo, investendo l’ascoltatore con un malestrom di putrido e marcescente brutal death metal, coronato da un velocissimo assolo di McEntee che spezza l’atmosfera claustrofobica ed opprimente del brano, prima dell’assalto finale.
Dopo la brevissima ma intensa “Devoured Death” si arriva a “Blasphemous Cremation”, uno dei picchi del disco la quale regala linee di testo profanatrici:

“Christ will rot, suffer in pain.
Nailed unmercifuly, grotesquely hung.
Gasping for air, collapsed lungs.
Stripped of vitality, suffocate...”

Tuttavia il pezzo si segnala perché vede esordire i famosi rallentamenti, non senza aver prima fatto sfoggio della lancinante brutalità di cui hanno già manifestato la capacità. D’un tratto, introdotta da un bridge cadenzato, la musica rallenta vistosamente, al punto che se fosse decontestualizzata non sfigurerebbe su un disco di funeral doom.
È incredibile come un disco di debutto possa assumere una qualità e, verrebbe da dire, una maturità così spiccate, ma gli Incantation riescono ancora a stupirci con grandissimi brani come “Unholy Massacre”, dove sembra di sentire degli Aevangelist ante litteram o, per meglio dire, dove rinveniamo le tracce dell’influenza della band su tanti epigoni che, a distanza di quasi 30 anni, ancora si ispirano a John McEntee e soci, oppure “Immortal Cessation”, semplicemente devastante e spietata.
E come non citare uno degli inni della band? “Profanation”, presente addirittura sul primo demo della band del 1990 e probabilmente primo pezzo mai composto, è ancora oggi uno dei brani più amati dal pubblico:

“Pentagram is hailed in hell.
Star of death brings infinite life.
Enter the circle and desecrate.
Devours the soul, embalminate the body...”

Il disco si chiude con “Eternal Torture”, altra infuocata sferzata che riduce in cenere quel che resta dell’ascoltatore, con un sound schizoide e velocissimo ma al tempo stesso perverso fino al midollo.
Onward To Golgotha” rappresenta uno dei capisaldi del metal e uno dei dischi più influenti del death metal, capace di portare alle estreme conseguenze tratti caratteristici di altre band seminali e, segnatamente, Deicide e Immolation.


Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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