Unmoored - Indefinite Soul-Extension

Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2003
Durata:45 min.
Etichetta:Code666
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. UNSPEAKABLE GRIEF
  2. COMMIT TO THE FIRE
  3. LEAVE-TAKING
  4. PHASE OF REVULSION
  5. MORNDRAPER
  6. CINDERS VEIL
  7. SPIT FORTH FROM FAILURE
  8. FINAL STATE PART III (POSTHUMOUS WRITINGS)

Line up

  • Christian Alvestam: vocals, guitars
  • Thomas Johansson: guitars
  • Henrik Schonstrom: drums

Voto medio utenti

Terzo album per gli svedesi Unmoored, efficacissimo terzetto dedito ad un death metal di chiara matrice scandinava ma caratterizzato da venature statunitensi, non solo nel riffing work (comunque fortemente ispirato in più passaggi dai maestri At the Gates) ma anche nell'uso delle clean vocals di Christian Alvestam, anche diabolico e catacombale growler, davvero emozionanti e ben strutturare all'interno di brani già convincenti nella loro pesantezza.
Colpisce la perizia della band nell'esecuzione dei brani e la produzione del minore dei Tagtren, Tommy, negli Abyss Studios che valorizza al meglio canzoni impeccabili come l'opener "Unspeakable Grief", un mix perfetto di delicatezza ed estrema brutalità che non potrà lasciare indifferente l'ascoltatore.
E’ la fantasia l’arma vincente degli Unmoored che tentano e riescono a stupire passando armoniosamente nel giro di pochi secondi da riffs e assoli classici di scuola Arch Enemy (leggi Iron Maiden) a sfuriate in pieno stile USA dove il brutal è di casa. Tutti i brani presenti su “Indefinite Soul Extension” sono di qualità media elevata ed è quindi l’alto livello del songwriting a consentire agli Unmoored la marcia in più, dettata da perfetti richiami alla memoria di due bands amatissime dal pubblico: è infatti impossibile non avvertire la presenza dei Nocturnus quando le tastiere disegnano il macabro sottofondo così brillantemente usato in “The Key”, così come è impensabile non risalire agli Opeth nel momento in cui il cantato pulito irrompe in tutta la propria forza e leggerezza.
Un lavoro a dir poco interessante da parte di una band finora relegata all’anonimato da una valida ma lontana e sconosciuta etichetta (la stessa che ha lanciato gli Amon Amarth) che è stata abilmente presentata al grande pubblico da un’attenta Code666. Da ascoltare.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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