Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2012
Durata:66 min.
Etichetta:Hellthrasher Productions

Tracklist

  1. INITIATION
  2. OPERATION CITADEL
  3. FROM THE CRADLE TO THE GRAVE
  4. ARTILLERY BARRAGE
  5. BATTLE OF THE SOMME
  6. CONCLUSION
  7. ON THE PATH OF SUBJUGATION
  8. THE HELL OF VERDUN
  9. PUBLIC ENLIGHTENMENT
  10. THE RISING SUN

Line up

  • Matias Nastolin: vocals, guitars, bass
  • Henri Hirvonen: guitars
  • Benjam Lahdenpää: drums

Voto medio utenti

Solo pochi mesi fa ho recensito “Devastate”, l’esordio dei Decaying, ed eccomi già alle prese con il nuovo album… Avevamo lasciato i finlandesi alle prese con un old school death metal sicuramente sincero ma anche un tantino immaturo. D’altra parte il debut non era altro che la ristampa integrale dei loro primi due demo, per cui qualche lieve passo falso gli era stato concesso. Con “Encirclement”, quindi, la band si cimenta finalmente con materiale inedito. Ad un primo ascolto si evince subito che la proposta dei nostri non è stata modificata di una virgola. Sempre death metal, pertanto, sempre old school, e dall’incedere marziale, forse non a caso, visto che i testi parlano, appunto, della prima guerra mondiale. Se volete dei punti di riferimento direi che facendo i nomi di Asphyx, Bolt Thrower o dei più recenti Hail Of Bullets dovreste riuscire ad inquadrare le coordinate stilistiche del trio di biondi. Riff freddi e spietati, ritmiche minimali ma potenti, e la voce di Matias Nastolin che chiude il cerchio, con un growl secco e profondo che ricorda molto quello dell’illustre collega Martin Van Drunen. Ma cosa è cambiato rispetto all’esordio? Sicuramente in “Encirclement” troviamo una band più matura, nonostante la giovane età, però questo non significa che siamo di fronte al classico balzo di qualità. L’album si fa ascoltare, nonostante la sua eccessiva lunghezza e quella dei singoli brani in particolare, però resta in ogni caso eccessivamente derivativo. Il che non è necessariamente un male, anzi, però qualche piccolo innesto più innovativo non avrebbe fatto male alla proposta dei nostri, fin troppo monolitica e ripetitiva. E, come già sottolineato nella recensione del precedente lavoro, soprattutto avrebbe giovato uno snellimento dei brani, come già accennato davvero troppo lunghi e pachidermici, soprattutto considerato il fatto che nella proposta dei nostri spesso e volentieri fanno capolino parti lente e cadenzate che appesantiscono ancora di più l’ascolto se tirate troppo a lungo. Insomma, i passi avanti ci sono stati, però per far sì che i Decaying aspirino alle vette del death metal europeo manca ancora un po’. Se si possono premiare la coerenza e l’attitudine con le quali i nostri si approcciano al genere, non si può non sottolineare, d’altro canto, come un tocco di personalità in più sia necessario per compiere il grande passo. Le premesse ci sono tutte e sono state confermate da questo secondo album. Ora non ci resta altro da fare che aspettare il terzo lavoro per renderci conto se i Decaying sono effettivamente pronti per conquistare l’Europa, o se resteranno, loro malgrado, dei meri comprimari. Per adesso devono accontentarsi di un mezzo punticino in più rispetto al’’esordio…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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