I
Memories Of A Lost Soul, in 30 anni esatti di carriera (a proposito, congratulazioni per la cifra tonda, caro vecchio
Buzz), non hanno MAI sbagliato un album e, anche a sto giro, hanno fanno centro, confermando di essere la classica band che ha sempre raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato!
A scapito di una prolificità discografica alquanto scarna (é solo il sesto lavoro in studio), fa da contraltare un’elevatissima qualità compositiva, merito soprattutto di un song-writing mai statico, ma costantemente in evoluzione.
Il nuovo arrivato in casa calabrese, intitolato
Songs From The Restless Oblivion, uscito per
My Kingdom Music, si propone, sin dall’inizio, di essere l’opera più ambiziosa e complessa mai scritta dai
Memories Of A Lost Soul che, nel corso della loro carriera, partendo da una base di metal estremo, non hanno mai nascosto le loro inclinazioni verso un sound particolarmente elaborato (emblematici, a tal proposito, i precedenti
Empty Sphere Requiem e
Redifining Nothingness).
Songs From The Restless Oblivion è un concentrato, ben amalgamato, di brani pregni di sfuriate melodic black/death, arricchite da orchestrazioni malinconiche, ambientazioni gotiche e decadenti, incisivi riffoni thrash-power, intervallati da assoli tecnici ma melodici, o arpeggi agrodolci e soprattutto, composizioni dalla struttura progressiva che, rispetto al passato, viene ulteriormente sviluppata, manifestandosi chiaramente in tutte le tracce dell’album, raggiungendo l’apice in brani quali le angoscianti
Through These Mortal Eyes e
Two Dividing Souls, l’orientaleggiante
Into This Maze Of Torment o ancora, la camaleontica
Prone To Revolting.
La prova di
Buzz (all’anagrafe
Giuseppe Nicolò) è impeccabile, sia dietro il microfono dove, il suo vocione cavernoso traccia le linee guida da seguire, sia con la chitarra, le suadenti tastiere di
Dysphoria contribuiscono ad innalzare il pathos, mentre la sezione ritmica, composta da
Taz (basso) e
Noxifer (batteria), intervalla momenti martellanti ad altri più sincopati passando, come se niente fosse, da partiture black metal ad altre più irregolari, di matrice tipicamente prog-power.
Non rimane altro da fare che immergersi in questo tempestoso oceano sonoro e lasciarsi trasportare dalle emozioni di un’opera oscura ed elaborata, assolutamente non semplice, né tantomeno immediata da comprendere, essendo ricca di diverse sfumature e numerosi elementi eterogenei, che tuttavia, la band dimostra di saper dosare con gusto e classe, mettendo sempre il tutto al servizio della canzone.
Songs From The Restless Oblivion è un disco pieno di sentimento, cupo ed estremamente malinconico, a tratti, quasi commovente. Si tratta dell’ennesimo album perfettamente riuscito nella carriera dei
Memories Of A Lost Soul che, una volta ancora, dimostrano tutta la loro abilità nel riversare, con classe, intensità, incisività ed efficacia, le proprie inquietudini e frustrazioni interiori all’interno delle composizioni, come ogni artista che si rispetti dovrebbe fare (ma ahimè, ai giorni nostri, trattasi di una dote più unica che rara).
Se la qualità della scrittura è questa, ben venga anche un album ogni 5 anni!
Chapeau!