Copertina 5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2003
Durata:40 min.
Etichetta:Relapse
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. AUDRA
  2. SLOWLY EATEN
  3. THE BLOODSEEKERS
  4. VOODOO CURSE
  5. MASSACRED
  6. HUMAN PUZZLE
  7. CHOPPED TO PIECES
  8. REVENGE
  9. MANGLED
  10. DEAD AND BURIED
  11. DARKEST DAY OF HORROR
  12. RAMPAGE
  13. CANNIBALISTIC FIENDS
  14. CARVING FLESH
  15. GHOST HOUSE
  16. VAPORIZED
  17. PIEDGE NIGHT OF DEATH
  18. TASTE FOR BLOOD
  19. DISINTEGRATED
  20. THE FINAL SACRIFICE

Line up

  • Will Rahmer: vocals
  • Will Rahmer: bass
  • Roger Beaujard: guitars

Voto medio utenti

Al mondo ci sono alcuni gruppi che si possono permettere di comporre e produrre album in serie utilizzando e riciclando praticamente gli stessi riffs per anni ed anni ed ottenendo comunque ottimi risultati. Mi sto riferendo a "gentaglia" quali Motorhead o AC/DC, che fanno della coerenza, della certezza e della continuità del loro caratteristico sound la propria bandiera. Esistono altri gruppi che viceversa adottano si la stessa formula di immobilismo musicale, ma disgraziatamente non ne riescono a mantenerne l'originale freschezza e fruibilità. Mi sto riferendo ai qui presenti Mortician, che a poca distanza dall'uscita di "Domain Of Death" tornano sul mercato riversando la solita carrettata di canzoni splatter di matrice iperbrutale, che unisce distorsioni allucinanti a tempi programmati di batteria costantemente settati a velocità folli, sulle la voce di Will Rahmer spunta malata e putrida come una mano putrefatta dal terriccio di una lurida tomba di qualche cimitero sconsacrato. In realtà c'è pochissimo da aggiungere per un gruppo che evidentemente esprime il suo sforzo maggiore nella ricerca di decine di titoli nuovi per ogni album e di altre decine di samples di squartamenti e sodomizzazioni varie. Trovo che i Mortician stiano incominciando a mostrare pericolosamente la corda, e se anche nel passato sono stati capaci di produrre lavori di discreta qualità (su tutti "Hacked Up For Barbecue"), nel 2003 rischiano di scivolare nel dimenticatoio. Staremo a vedere.
Recensione a cura di Roberto 'Robbyy' Corbatto

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