Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2023
Durata:38 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. ENLIGHTEN THROUGH AGONY
  2. COMPULSION FOR CRUELTY
  3. FEAST OF ASHES
  4. THROW THEM IN THE VAN
  5. UNBRIDLED FURY
  6. WHEN THE TREND ENDS
  7. UNDULATING CARNAGE
  8. RAISED IN VICTORY / RAZED IN DEFEAT
  9. HERO'S GRAVE
  10. SUBTERFUGE

Line up

  • John Gallagher: guitars, vocals
  • Sean Beasley: bass, vocals
  • Trey Williams: drums

Voto medio utenti

Ragazzi miei ecco qui un disco che vi pettinerà le orecchie, questo è un graditissimo ritorno, il trio è tornato più cattivo che mai.
Basta guardare la copertina che sembra presa da uno slasher di fine 70/ inizio 80 e le liriche grondano sangue ed interiora.
La musica è la solita e devastante miscela di rasoiate veloci con Gallagher e Beasley a dividersi le parti vocali.
L’opener “Enlighted through agony” ti spalma subito sul muro con un assalto senza nessuna remora; le chitarre grattano che è un piacere, il doppio vocalizzo è brutale, la doppia cassa qui è una gioia.
Altro pezzo che mi ha fatto giubilare è il seguente “Compulsion for cruelty”, con quell’inizio poliritmico per poi ecco arrivare il groove da spaccacollo e il vocione del frontman.
Il tutto poi ecco che deraglia velocemente con la doppia cassa che va a mille.
Throw them in the van” ti scaglia con violenza per non darti respiro; traccia velocissima con rullate e urla cariche di rabbia.
Undulating carnage” fa capire ancora di più la maestrìa del terzetto nel saper giostrare vari ritmi tra assalti in blast beats, sezioni più lente e up tempo con un gran lavoro tra chitarra e basso serrati e la tecnica non è fine a se stessa perché fanno vedere che sanno tirare fuori la melodia con un bell’assolo sul finale.
La conclusiva “Subterfuge” ha un bel prendere con stop and go e cadenze lente e chitarre a grattugia con il vocione profondo per poi ecco che velocizza tutto con cambi repentini.
Non c’è un secondo di tregua e i nostri si muovono come una macchina destinata a non fare prigionieri on stage con il rallentamento spezzaossa sul finale.
Disco che rende ancor più chiaro lo status della band di Baltimora, la brutalità non è un’opzione, è una scelta di vita.


Recensione a cura di Matteo Mapelli

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