Copertina 7

Info

Anno di uscita:2023
Durata:45 min.
Etichetta:Pride & Joy Music

Tracklist

  1. OUTBREAK (INTRO)
  2. READY TO GO
  3. SOMEDAY
  4. HARDEST HEART TO BREAK
  5. GOOD TIME MUSIC
  6. ALL FALL DOWN
  7. GIRLS GONE WILD
  8. BEGINNING OF THE END
  9. RAISE THE DEAD
  10. IT’S NOT ME IT’S YOU
  11. LIKE THERE’S NO TOMORROW

Line up

  • Rob Wylde: vocals
  • Miles Meakin: guitar
  • Shawn Charvette: keyboards
  • Josh Williams: bass
  • Ryan Briggs: drums

Voto medio utenti

Nel 2023 fa una certa “impressione” leggere hair-metal alla voce “genere” della scheda promozionale di una nuova uscita discografica, ma in fondo, la spensierata mistura di pop, glam e hard rock melodico passata alla storia con quel termine spesso “denigratorio” è proprio ciò che propongono i Midnite City.
Una ulteriore conferma che nella musica (e non solo …) si vive spesso di “glorie passate” e che anche i generi per qualche tempo bistrattati possono tornare in auge, soprattutto se a riproporli ci sono formazioni attrezzate per rievocare efficacemente le gesta di “gente” come Bon Jovi, Def Leppard, Danger Danger, Trixter, Poison e Firehouse.
In at the deep end” è l’ennesima “prova di competenza” di Rob Wylde (Tigertailz) e dei suoi pards, piuttosto abili nell’organizzare una festa sonora dedicata a tutti quei musicofili che amano i capelli lunghi, i vestiti appariscenti, le ragazze disinibite e disponibili, le sfrenatezze e il romanticismo ottimista e virile.
Tutta “roba” insomma che anche chi non si può (più) permettere in maniera “concreta”, predilige immaginare attraverso i suoni di un bel disco, capace di innescare i sensi con la graffiante “Ready to go” ed incendiarli letteralmente grazie alla linea melodica super-adescante di “Someday” e alla magniloquente ballata “Hardest heart to break”, perfetta per dimostrare che anche i rocker hanno dei sentimenti.
Good time music” onora il suo titolo e vi porterà al culmine del party alla maniera di certi Poison, seguita da “All fall down”, un mid-tempo Bon Jovi-esco dal ritornello killer e da “Girls gone wild”, un inno che farà la felicità di tutti gli estimatori di Danger Danger e (primi) Winger.
Con gli slowBeginning of the end” e “It’s not me it’s you” (davvero suggestiva), il festino si prende altre due pause a luci basse, mentre “Raise the dead” aggiunge al clima un pizzico d’inquietudine vagamente Alice Cooper-iana e l’avvolgente “Like there’s no tomorrow” manda tutti a casa con la consapevolezza di aver trascorso in compagnia dei Midnite City una serata molto piacevole, formalmente durata tre quarti d’ora ma per fortuna facilmente replicabile, e senza correre nessun tipo di rischio, primo fra tutti quello di annoiarsi.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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