Copertina 7

Info

Demo
Genere:Guitar Hero
Anno di uscita:2004
Durata:36 min.

Tracklist

  1. EVOLUTION
  2. IL SOFFIO DELL’ANGELO
  3. REFLECTIONS
  4. BALLAD FOR S.
  5. FIELD OF STARS
  6. ICELANDIC SKIES
  7. SIREN SONG
  8. QUARTET
  9. RESTLESS

Line up

  • Lelio Padovani: guitars
  • Davide Corradi: drums
  • Francesco Signifredi: bass

Voto medio utenti

Era parecchio tempo che non mi cimentavo nell’ascolto di un album interamente strumentale con la chitarra nel ruolo di “star”, probabilmente a causa di un eccesso d’esposizione al quale mi ero (piacevolmente) sottoposto negli anni ’80, quando soprattutto grazie all’opera di personaggi come Mike Varney (che tra l’altro ha recensito il nostro Lelio sulle pagine della rivista americana Gutar World) e della sua Shrapnel Records, erano emersi valentissimi chitarristi come Tony Macalpine, Joey Tafolla, Ritchie Kotzen, Marty Friedman, lo sfortunato Jason Becker (gli ultimi due anche nel progetto Cacophony) e molti altri, oltre che il talento straordinaro di Y.J. Malmsteen.
Si era creato un terreno decisamente fertile per questo tipo di suono e tale disponibilità giovò anche a chitarristi realmente “non di questa terra” come gli immensi Joe Satriani e Steve Vai, meno legati al mondo più strettamente “metallico”.
Poi, come spesso accade nel volubile mercato discografico della musica rock e anche a causa di una situazione effettivamente giunta alla saturazione, l’interesse nei confronti di questo tipo di proposta diminuì e le uscite del settore si diradarono sensibilmente, almeno nell’ambito hard/metal, vedendo sparire alcuni di quei protagonisti e altri integrati in questa o quella formazione.
“Unknown evolution” è stato quindi per me come un piccolo salto nel passato, pur non essendoci, in realtà, a livello di approccio alla materia, molti punti in comune tra Lelio Padovani e buona parte dei guitar heroes precedentemente citati, tutti funambolici e tecnicamente eccelsi, ma spesso autori di dischi forse un po’ troppo da addetti ai lavori. Questa regola non vale per il magistrale Joe Satriani, che non a caso mi sembra essere uno dei principali riferimenti da citare nell’analisi del lavoro del chitarrista parmense: oltre che alcune chiare similitudini musicali (vedi la traccia d’apertura “Evolution”, la splendida melodia di “Il soffio dell’angelo”, la lenta “Ballad for S.”, dal break più “progressivo”, o la conclusiva “Restless”), è anche possibile individuare la stessa attenzione a comporre delle “canzoni” che si possano definire tali, evitando virtuosismi fini a se stessi, cercando prima di tutto di dispensare emozioni, pur essendo in possesso di un bagaglio tecnico di livello superiore … del resto, come diceva un “certo” Miles Davis, perché suonare tante note quando è sufficiente scegliere le migliori… semplice no?
Lelio, in questo disco, privilegia decisamente le atmosfere più pacate e riflessive con risultati sicuramente positivi, come nelle bellissime traiettorie acustiche di “Reflection”, “Field of star” e “Quartet”, ma anche nelle (poche) tracce più “elettriche” dimostra una considerevole qualità, nonostante non sia supportato da una sezione ritmica (quando presente) molto fantasiosa, o ancora meno dall’uso di un’asettica drum machine.
L’ottima registrazione e il buon valore degli arrangiamenti, agevolano sicuramente la resa di questo cd, che alla fine, risulta un prodotto gradevole anche per chi non è un fanatico dello strumento, a patto che apprezzi le sonorità soffuse e introspettive che caratterizzano buona parte dell'album.
L’unico suggerimento è quindi quello di reclutare una sezione ritmica “umana” stabile e capace, per migliorare anche i risultati delle tracce non esclusivamente acustiche, iniettando, magari, anche qualche piccola dose di salutare energia supplementare … E poi perché non provare ad utilizzare una voce di valore, anche solo in qualche episodio?
P.S. Lelio collabora anche in un progetto chitarra/tastiere/batteria di nome A2A, d’ispirazione progressive… Spero di avere, quanto prima, la possibilità di ascoltare anche il loro materiale!

Contatti: www.leliopadovani.com
Recensione a cura di Marco Aimasso

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