Copertina 6

Info

Anno di uscita:2022
Durata:53 min.
Etichetta:DarkTunes Music Group

Tracklist

  1. LULLABY
  2. BLACK SWAN THEORY
  3. DESIRE
  4. WHAT'S IN A NAME
  5. HOLY ALIX
  6. THE TRAITOR
  7. 7
  8. GLITCH
  9. LA SIGNORA DEI LIBRI
  10. LUCRETIA
  11. #JUMP
  12. WINGS OVER THE OCEAN
  13. AUSTERLITZ
  14. I WISH I HAD MORE TIME

Line up

  • Lord of Destruction: guitars
  • Richard: vocals, keyboards
  • Ian:keyboards
  • Hydra: vocals
  • Paul Grey Hunter: bass
  • Emanuel la Croix: guitars
  • Lucille Nightshade: vocals
  • Lorenzo Aimo: drums

Voto medio utenti

Tornano a due anni di distanza dal precedente 'Multiverse' gli italiani Aevum, freschi di contratto con la Dark Tunes. Se quello che alla band era mancato nei precedenti dischi era un po' di omogeneità nel sound, che troppo facilmente passava da sonorità elettroniche che poco ci azzeccavano con il resto della musica, a tecnicismi inutili che allungavano inutilmente il brodo, va detto invece che in questo nuovo 'Glitch', il tutto sembra molto più ammalgamato e nel contempo ragionato.

Purtroppo la durata non aiuta, dato che comunque ben 53 minuti di musica non sono pochi, ed una sforbiciata al tutto sarebbe stata sicuramente una decisione favorevole, ma gli Aevum possono (finalmente) dire di aver composto dei pezzi con un filo logico, in alcuni tratti davvero interessante. Complice anche una produzione nitida e cristallina che mette in evidenza ogni strumento.

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Tolti alcuni momenti alla Amaranthe davvero evitabili come 'Black Swan Theory' e 'Wings Over The Ocean', o altri più anonimi che passano senza colpire (prendiamo il caso di 'Austerlitz'), il disco viaggia abbastanza bene, regalandoci momenti più che godibili come nella Titletrack strumentale o la successiva 'La Signora Dei Libri', dove i riff di chitarra dal piglio moderno ed aggressivo si fondono davvero bene con le tastiere appena accennate, ma che contribuiscoo a creare un'atmosfera quasi esoterica. Diciamo anche che 'Glitch' passa con estrema facilità da canzoni più meritevoli di attenzione come quelle appena descritte, ad altre totalmente inutili che sembrano messe lì solo per sfizio come 'Jump', che suona come un pezzo appena composto dai Rammstein assieme a influenze Nu Metal anni 2000 di una band di serie B. Ecco però poi arrivare una 'The Traitor'o 'Lullaby' che anche grazie a parti vocali davvero interessanti fanno risalire l'album.

'Glitch' è un po' come un altalena che da una parte ti fa sentire euforico e felice, dall'altra ti fa venir voglia di scendere e non ripetere mai più tale esperienza. Certo comunque che di buon materiale ne troverete se apprezzate queste sonorità, ma preparatevi anche ad altre cose meno buone.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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