Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:52 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. I’VE HURT MYSELF (BY HURTING YOU)
  2. UNSUNG HEROES
  3. RISING TIDE
  4. REMAIN TO REMIND ME
  5. THE TRACKS WE LEAVE BEHIND
  6. ALL I ASK OF YOU
  7. GRACE
  8. LET LOVE LEAD THE WAY
  9. BLOOD CRIES OUT
  10. EASIER TO LEAVE (THAN BEING LEFT BEHIND)
  11. FALLEN
  12. MAKE IT COUNT

Line up

  • Ronnie Atkins: voice
  • Chris Laney: guitars
  • Allan Sørensen: drums
  • Pontus Egberg: bass
  • Morten Sandager: keyboard
  • Linnéa Vikström Egg: chorus
  • John Berg: guitar
  • Oliver Hartmann: guitars
  • Pontus Norgren: guitars
  • Anders Ringman: guitars

Voto medio utenti

La triste e disperata corsa contro il tempo di Ronnie Atkins - al quale hanno diagnosticato un male incurabile - ci regala un nuovo album di hard rock potente, melodico e trascinante a un solo anno dal precedente lavoro "One Shot". Conosciuto ai più per essere il cantante di una delle più sottovalutate band metal, i Pretty Maids, Atkins incide il nuovo disco ammaliandoci con la sua grande voce roca, melodica, potente coadiuvato in questa opera da una schiera nutrita di ospiti ed amici.
"Make It Count" è un disco completo e perfetto per chi ama il rock melodico che spazia dai Bon Jovi ai Def Leppard non disdegnando qualche puntata più metal come le potenti "Rising Tide" e "Blood Cries Out", la prova strumentale di tutti i musicisti coinvolti è superlativa così come la produzione patinata e pulita e mi viene davvero difficile trovare punti deboli nelle 12 canzoni presenti.
Ronnie, nonostante il male di cui soffre, mantiene una voce sbalorditiva ed anche il songwriting non soffre di cali di tensione, ogni canzone è un potenziale hit di AOR, passando da ballads struggenti come la titletrack stile anni'70 e "Let Love Lead The Way" a brani rockeggianti e pomposi impreziositi da arrangiamenti, uso di keyboards e chorus contagiosi, per non parlare delle trame chitarristiche sia in sede ritmica che solista veramente pregevoli.
Difficile anche sottolineare alcuni brani a discapito di altri in quanto davvero non ci sono tracce deboli e il disco scorre via in modo esaltante lasciandoci soddisfatti e tristi allo stesso tempo, poiché è impossibile non farsi prendere dallo sconforto sapendo che un così grande artista deve lottare per la sua vita sapendo che non c'è speranza alla fine del tunnel.
Non ci resta che ringraziare Ronnie Atkins per questo bijoux di rock melodico e augurargli un grande in bocca al lupo per tutto ciò che il futuro gli riserverà.



Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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