Copertina 9

Info

Anno di uscita:1986
Durata:44 min.
Etichetta:Grand Slamm

Tracklist

  1. BROKEN HEART
  2. CHEROKEE
  3. FIGHT TO SURVIVE
  4. WHERE DO WE RUN
  5. IN THE CITY
  6. ALL THE FALLEN MEN
  7. ALL BURN IN HELL
  8. KID OF 1000 FACES
  9. EL SALVADOR
  10. THE ROAD TO VALHALLA

Line up

  • Mike Tramp: vocals, rhythm guitar
  • Vito Bratta: lead guitar
  • Felix Robinson: bass, keyboards
  • Nicky Capozzi: drums

Voto medio utenti

Nei mid-eighties (good times!) i White Lion per me rappresentavano un caso a se' stante all'interno del metal rama. Infatti non potevano essere catalogati alla stregua di Ratt o Motley Crue ma, rinnovando lo stile, potevano essere concretamente gli eredi di Montrose o Van Halen, soprattutto per merito dell'irruenza chitarristica di Bratta, soprattutto in questo primo Lp.

La band Newyorkese fu fondata qualche anno prima di questo debutto (1983) proprio da Bratta e dal singer danese Mike Tramp che, con la sua presenza fisica, poteva benissimo reggere il confronto con l'istrionico David Lee Roth, e vi è da annotare che tra gli ospiti al basso troviamo l'ex Angel Felix Robinson.
La canzone che da titolo all'Lp è di grande suggestione, perché al metal yankee viene affiancato un ritmo ipnotico e cadenzato che all'epoca qualcuno accostò addirittura ai Black Sabbath di Heaven and Hell, senza che l'incestuoso connubio potesse far gridare allo scandalo; semmai è proprio il contrario visto che si tratta di una delle più roboanti stesure mid- eighties!

L'album è inaugurato dal potenziale hit single 'Broken Heart' che con il suo romanticismo lascivo può far intuire qualcosa proprio degli Angel per via della celestiale melodia e di suo riff perfettamente heartbreaker. 'Cherokee' è un omaggio alla tribù nativa ancora giocato suo riff inventivo di Bratta ed un refrain perfettamente bilanciato.
'Where do We Run' possiede un riff da Fist in Your face mentre 'In The City' è più cadenzata e drammatica con tastiere appena accennate che sembrano accendersi come insegne al neon. 'All The Fallen Man' è tipica di quegli anni dorati e potrebbe richiamare il contemporaneo TKO, ma con un coro poppeggiante e glam che li avvicina ancora una volta ai meravigliosi Angel.
In 'All Burning In Hell' domina ancora una volta un riff vincente e versatile di Bratta ed un refrain che li sintonizza con i Twisted Sister. 'Kid Of 1000 Faces' è heavy metal puro, stemperato soltanto dalla voce lasciva di Tramp. 'El Salvador' è la canzone più straniante del platter, con inserti latini di chitarra in omaggio al paese, ma è anche un altro pezzo forte dell'album.
Chiude 'The Road To Valhalla' che, come preannuncia il titolo, assieme alla title track, è il pezzo epico dell'album, brano arrangiato anche con il pianoforte.

Replicheranno con il grande e però più omogeneo 'Pride', ma per chi scrive il vero e proprio ruggito del leone bianco rimane questo imbattibile debutto, figlio di un'epoca che ha fatto la storia del genere.

Recensione a cura di Fabio Zampolini

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 mar 2022 alle 12:17

Disco fantastico, come tutti gli album dei WL con Vito alla chitarra. Class metal alla sua apoteosi, assieme ai Dokken in quegli stessi anni erano una band davvero eccezionale. Album che andrebbe riscoperto, potrei sentire Cherokee mille e mille volte e non stancarmi mai!

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