Copertina 5,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:40 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. HEAVEN WILL KNOW
  2. ROCKIN' IN THE HEAT OF THE NIGHT
  3. A DREAM OF A DREAM
  4. HOLD ON
  5. RUN AWAY
  6. MISSIN' PIECES
  7. CAUGHT UP IN THE ACTION
  8. REFLECTIONS OF FANTASIA
  9. STRANGER
  10. END OF THE ROAD

Line up

  • Tommy McJo: drums
  • Dan Blade: guitars
  • Christer G-son: vocals
  • Jee Eden: guitars
  • Chris Carlson: bass

Voto medio utenti

L'album dell'anno scorso "Poltergeist" era un heavy metal diretto ma per i Mindless Sinner, il cui nome è stato accorciato in Mindless nel 1986 dopo l'uscita di "Turn On The Power" era chiaro che avevano l'hard rock commerciale nelle vene e nel 1989 esce l'album "Missin 'Pieces", ora ripubblicato dalla Pure Steel Records.
Che dire? Il suono è abbastanza "acerbo" nonchè semplice nella struttura delle canzoni, si sentano pezzi quali "Rockin' In the Heat Of The Night" o "Heaven Will Know" - che suona come una b-side dei Kiss periodo "Crazy Nights" - sono composizioni elementari peraltro non coadiuvate dalla produzione, piuttosto basilare.
Christer G-son, il singer, poi o piace o difficilmente si viene catturati dalla sua voce, non che sia brutta ma a me è parsa troppo lineare e con scarso pathos interpretativo, ma capisco che possano essere giudizi personali d'altronde chi ha letto le mie recensioni sa benissimo che il singer in un gruppo è per me imprescindibile e se "non mi prende" è finita.
"A Dream Of A Dream" è un lento che non coinvolge più di tanto, "Hold On" è più sostenuta e qui abbiamo dei buoni riff grintosi sempre sostenuti da linee melodiche che cercano di sfociare negli immancabili chorus orecchiabili, "Run Away" è un buon pezzo di melodic hard rock che però viene sbiadito da un refrain un pò scialbo, mentre la titletrack è un energico rock'n'roll con chitarre sostenute e una bella linea melodica.
"Caught Up In The Action" è veloce e si contrappone alla ballad "Reflection Of Fantasia" con grande spolvero di keyboards, le ritmiche rimangono sostenute con "Stranger" e "End Of The Road", i brani si susseguono ma in realtà non troviamo veri highlights, la media si mantiene su livelli di sufficienza ma niente più.

L'opera di recupero da parte della Pure Steel di questo disco uscito nel 1989 può soddisfare i die-hard fans della band, altrimenti non se ne capisce il motivo, due ristampe di due dischi in un anno per un gruppo che difficilmente lascerà il suo marchio nella storia del metal melodico.













































Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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