Avevo già avuto a che fare con Chris Bandini ai tempi di "Bad Python", buon lavoro chitarristico penalizzato però da una produzione artigianale che non rendeva giustizia al lavoro svolto. Questa volta il buon Chris ci ripresenta con una band vera e propria, in carne ed ossa, tre dei brani apparsi su "Bad Python", vale a dire "Tornado, Fire Notes", "Lost Horizon" e "Bad Python", più due inediti. La produzione finalmente degna di nota riesce ad esaltare il buon lavoro e le soavi linee melodiche dell'axeman italiano, che si è fatto accompagnare da musicisti di buona levatura quali Cristian Ciani alla batteria e Gabriele Bellenghi al basso. Un po' nascoste invece le tastiere di Stefano Olivi, confinate a stare in sottofondo senza intralciare i fraseggi della Esp di Chris. L'unico momento in cui Stefano esce allo scoperto è in "The Phantom of Paganini", song nella quale si lancia in uno squisito e tecnico solo con la tastiere a mo' di Hammond. Musicalmente si tratta di buone songs, capaci di alternare momenti catchy a sfuriate chitarristiche più vicine all'hard n'heavy di un tempo, come nell'esordio di "Bad Pyhton". Lo stile attinge a piene mani dai grandi maestri della sei corde, da Van Halen ai neoclassicismi di Malmsteen, mostrando tuttavia una buona dose di personalità. Tecnicamente si notano dei miglioramenti rispetto al precedente demo, anche se ogni tanto qualche pecca esecutiva si trova, specie nei bending, alle volte meno convinti di quel che dovrebbero essere e lievemente calanti (specialmente in "The Phantom of Paganini"). Nel complesso si tratta comunque di un lavoro in grado di mostrare le potenzialità, soprattutto a livello di songwriting, di Chris Bandini. La strada è quella giusta, il tempo e l'esperienza non potranno che portarci risultati ancor migliori e più maturi nell'immediato futuro.