Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:57 min.
Etichetta:Northwind
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. BLACK LADY
  2. SHADOWS OF MY LIFE
  3. EVENT HORIZON
  4. LANCELOT
  5. OTHELLO'S CRYING
  6. NEPTUNE THE MYSTIC
  7. IF I WERE FIRE (S'I' FOSSE FOCO)
  8. CHANGING SKIN

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Non posso dirmi veramente sorpreso dal debutto dei Desdemona, non ho mai avuto l'occasione di ascoltare il loro primo (e credo unico) demo "Soul Foreclosures", però l'aver assistito ad un paio di loro esibizioni dal vivo mi aveva lasciato un ottima impressione, eppure non credevo che sarebbero stati capaci di sfornare un album così intrigante. Il Power Metal veloce e melodico presente su "Lady Of The Lore" rimanda sicuramente a quelli che di questo genere sono i capostipiti, gli Stratovarius, ma è sbagliato pensare ai Desdemona come dei semplici cloni. Eppoi da parte loro ci mettono quello che, sopratutto nelle ultime uscite discografiche, è talvolta mancato ai finnici: l'energia. In questo ambito musicale hanno poi un ruolo importantissimo la produzione (ottima, con un taglio decisamente "metal", ma i New Sin sono ormai una sicurezza) e la voce, ed anche sotto questo aspetto i Desdemona non deludono, per merito di Andrea Marchisio, cantante potente ed intonato che si avvicina spesso a Morby, ricordando Kotipelto molto meno di quanto mi era sembrato dal vivo. L'album inizia con il power/speed di "Black Lady", cantato con piglio aggressivo proprio da Andrea. Si apre poi su ritmi marziali "Shadows Of My Life", altro brano roccioso, mentre "Event Horizon" è il brano che richiama maggiormente gli Stratovarius, eppure ho la sensazione che i due Timo (e pure i Sonata Arctica) ne invidierebbero il refrain. Epicità a palla con "Lancelot", lungo brano drammatico dove affiorano in maniera più evidente alcuni passaggi prog. Non poteva mancare la ballad, piano, voce e chitarre acustiche, ma (miracolo!) "Othello's Crying" riesce per una volta a non farmi addormentare. I Desdemona ritornano battaglieri prima con "Neptune The Mystic" e poi con "If I Were Fire", adattamento di un sonetto del XIII secolo che si rivela uno dei brani migliori dell'album. Manca ancora un brano all'appello, la conclusiva "Changing Skin", ritmata e compatta, che esalta il drumming di Maurizio, batterista che mi aveva già entusiasmato in concerto ed ora si ripete su disco. Un album dedicato a quelli che continuano a sottostimare la scena metal italiana...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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