Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:50 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. INTRO (EL TEMPLARIO)
  2. JERUSALEM
  3. THE DARK AGE
  4. A SINFUL ALLEGIANCE
  5. ANCIENT CALLING
  6. KISS ME, GOODBYE
  7. THE ORDER OF THINGS
  8. THE HOLY GRAIL
  9. A LONESOME VISION
  10. APOPHIS (THE BONESCRAPER)
  11. KISS ME, GOODBYE (VIDEO CLIP EDITION)

Line up

  • Aristofanis Tzaerlis: bass
  • Aero Cristian: drums
  • Spiros Rizos: guitars
  • Pablo Ruiz Díaz: vocals (lead)

Voto medio utenti

Strana commistione quella tra Grecia ed Argentina, due paesi apparentemente agli antipodi!

La prima cosa in comune che potrebbe venire immediatamente in mente è la passione culinaria per la carne, tuttavia con caratteristiche assai diverse tra loro: raffinato il manzo sudamericano, più popolare, ma altrettanto gustoso, il gyros ellenico!

Idiozie a parte, difficile pensare a delle analogie tra le due nazioni anche in ambito musicale, ci troveremmo dinnanzi all’improbo compito di dover paragonare l’elegante e sensuale tango argentino, al più folkloristico “sirtaki”.

Eppure, un punto d’incontro tra queste due realtà cosi differenti è rappresentato proprio dal metal, in particolare dagli Evil King, neonata band che esordisce sul mercato discografico con The Dark Age, i cui componenti provengono per 3/4 da Atene: è il caso del chitarrista Spiros Rizos (già nei Sinner Guard), del bassista Aristofanis Tzaerlis e del drummer Aero Cristian, mentre il vocalist Pablo Ruiz Diaz (anche lui nei Sinner Guard) è di Buenos Aires, proprio come altri special guests presenti in questo debut album, tra cui Daniel Facci e Nahuel Garcia Espinosa (chitarrista dei più famosi Lord Divine).

La Elevate Records, etichetta discografica degli Evil King, descrive cosi la band nella sua presentazione ufficiale:

Evil King is a Greek / Argentine group that plays a power progressive metal with a melodic and epic vein...If we had to definite the sound of Evil King surely the reference groups could be Kamelot and Iron Maiden, but surely the Greek and Argentine origin of their members is definitely felt in their sound...

Ora, io non sono sicuramente un esperto di strategie di marketing, ma non ci vuole un genio per capire che tali descrizioni fanno (giustamente) solo il gioco della label, che ha tutto il sacrosanto diritto di tirare l'acqua al proprio mulino, cercando di catturare l’attenzione del potenziale pubblico, magari con delle frasi ad effetto o avventurandosi in paragoni sicuramente azzardati (a dir poco).

Ascoltando The Dark Age, non solo non c’è la minima traccia di prog metal (definizione di cui si è spesso abusato negli ultimi anni), ma sinceramente non si notano nemmeno queste sbandierate analogie con Kamelot o Maiden (a parte la voce di Pablo Ruiz Diaz che è chiaramente di impostazione dickinsoniana), né fanno una qualche comparsa presunti elementi tradizionali greci o argentini (e forse questo è decisamente un bene).
L’esordio degli Evil King infatti altro non è che il classico album di heavy metal melodico, dalla spiccate tinte power.
Per carità, quanto detto sopra non vuole assolutamente sminuire un lavoro comunque valido, ma è semplicemente una precisazione dovuta, nei confronti di tutti coloro che, con determinate aspettative, hanno intenzione di avvicinarsi a questa interessante formazione, che di passione ne ha da vendere!

The Dark Age è un disco semplice e piacevole in cui, sin dall’iniziale Jerusalem, la solida struttura del brano convive in piena armonia con le azzeccate composizioni melodiche, sempre particolarmente curate, che trovano la loro consacrazione definitiva in tracce quali A Sinful Allegiance o nella semi-ballad Kiss Me, Goodbye.
Oltre alla buona prestazione del singer argentino, da segnalare il buonissimo lavoro alla chitarra di Spiros Rizos che si rende autore di assoli e fraseggi di ottima fattura i quali, insieme a cori maestosi, conferiscono solennità a pezzi epici quali la bellissima title-track, Ancient Calling o la spigolosa The Order Of Things.

Insomma in poche parole, sebbene questo debut non rispecchi pienamente la descrizione della label, il disco si rivela comunque discreto dal punto di vista qualitativo, è suonato indubbiamente con passione e bravura da parte di una band che dimostra di avere delle buone potenzialità e che in futuro non potrà far altro che migliorare.




Recensione a cura di Ettore Familiari

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