Astrakhan - A Slow Ride Towards Death

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:45 min.
Etichetta:Melodic Passion Records

Tracklist

  1. LONESOME CRY
  2. TAKE ME WITH YOU
  3. YOUTOPIA
  4. NEVER LET YOU GO
  5. WHAT YOU RESIST WILL REMAIN
  6. UNTIL IT ENDS
  7. CONTROL
  8. M.E 2020

Line up

  • Alex Lycke: vocals
  • Per Schelander: bass
  • Jörgen Schelander: keyboards
  • Johan Hallgren: guitar
  • Martin Larsson: drums

Voto medio utenti

Il vero punto di forza degli svedesi Astrakhan è il cantante Alex Lycke, dal timbro vocale più unico che raro a cavallo tra Daniel Gildenlöw, Geoff Tate e Roy Khan.

Il nuovo “A Slow Ride Towards Death” (che esce a pochi mesi di distanza da “Superstar Experience”) è sicuramente un lavoro più heavy rispetto a quanto fatto fino a oggi dal quintetto, con chitarre particolarmente rocciose e muscolari (c’è Johan Hallgren dei Pain Of Salvation in formazione) supportate con gusto dalle tastiere rétro di Schelander. I brani sono mediamente brevi, progressivi e moderni, ma senza troppi fronzoli, con assoli/virtuosismi ridotti all’osso e sonorità che potrebbero rimandare ai Queensrÿche del dopo “Empire”.

Si parte subito in quarta con “Lonesome Cry”, che rievoca i sopraccitati POS, prima di “Take Me With You”, la cui strofa mi ha ricordato l’immortale “Innuendo” dei Queen. “What You Resist Will Remain” procede sullo stesso registro e anticipa “Never Let You Go”, dal sapore alternative. L’ottima “Youtopia” sfocia nel potenziale singolo “Until It Ends”, dal rifframa di scuola Fates Warning. “Control” introduce elementi più attuali e prelude a “M. E 2020”, lungo brano che deve molto al progressive americano tout court.

Per me è sì.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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