Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:34 min.

Tracklist

  1. THE UNVEILING
  2. BLINDEAD CIRCUS
  3. FALSE FACE
  4. 3B
  5. UNITE AND CONQUER
  6. HORRORSCOPE
  7. FOR I AM THE MESSIAH
  8. THRONE OF CONTROL

Line up

  • Anirudh Gollapudi: vocals
  • Vishwas Shetty: rhythm guitars
  • Shubham Khare: lead guitars
  • Yash Wadkar: bass
  • Jay Patil: drums

Voto medio utenti

Mi va di spendere due parole sui Bloodkill per tutta una serie di motivi che ora cercherò di spiegarvi. Innanzitutto perché arrivano da Mumbai, India, di certo non una cosa così comune. Secondo perché sono veramente giovani, sia anagraficamente che come band, visto che si sono formati soltanto nel 2016. Terzo, e cosa più importante, perché sono veramente bravi in quel che fanno!

Le coordinate stilistiche si muovono lungo dettami thrash metal, riuscendo a mescolare con grande perizia lo stile più tecnico dei Megadeth a quello più violento alla Kreator, ma senza dimenticare due cose fondamentali: influenze avulse al metal più stretto, e soprattutto una buona dose di originalità, che viene prepotentemente fuori soprattutto nelle parti più lente e ragionate, e che fa pensare che i Bloodkill siano una band navigata, invece, e questo è il bello, “Throne of control” è il loro album di debutto!

E dispiace che la band abbia dovuto autoprodurlo, quando ogni giorno escono delle porcherie veramente indegne. È un peccato perché, per quanto poco oggi possa contare avere un contratto discografico, avrebbero meritato decisamente di averne uno, se non altro per evitare che l’album resti nei meandri dell’underground più profondo. Insomma, una chance in più gliel’avrei data, fossi stato un’etichetta.

Come detto, il disco merita per diversi motivi. Ci sono ottime soluzioni compositive, sia in fase di riffing che durante gli assoli, molto ben strutturati. La sezione ritmica pesta duro ma con estrema fantasia, e Yash Wadkar si mette in mostra in più di un’occasione con il suo basso, vera colonna portante del sound dei nostri. Se aggiungiamo una copertina molto evocativa del disegnatore Gaurav Basu ed una produzione ad opera di Keshav Dhar degli Illusion Studios, in grado di esaltare tanto i singoli strumenti quanto il risultato d’insieme, mantenendo al tempo stesso pulizia e potenza, direi che per un debut album non è affatto poco. Un disco che guarda al passato come ispirazione, ma che non vuole rimanere ancorato ai vecchi stilemi, cercando di attualizzare un suono che ha fatto scuola.

Per quanto mi riguarda l’unica nota non del tutto convincente viene dalla prova vocale di Anirudh Gollapudi, che ritengo un po’ avulsa rispetto a quanto proposto dai nostri. Il suo stile eccessivamente moderno, influenzato tanto dal metalcore più becero che dal groove metal che dalla scena di Göteborg, poco si sposa al thrash dei nostri, e solo in alcuni momenti si salva, e cioè quando si avvicina maggiormente alla scena crucca degli eighties. Un neo che alla lunga finisce col pesare parecchio e che, almeno per quanto riguarda me, fa perdere un bel mezzo voto al giudizio finale di un album che mi ha positivamente colpito e che ha messo in mostra le doti dei cinque indiani, facendo ben sperare in un processo di maturazione in grado di garantirci un sequel ancora più interessante e coinvolgente di questo debutto.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.