A due anni dall'ultimo full length "Cacoëthes" e con (l'ennesimo) cambio di lineup tornano i finlandesi Dead Shape Figure con un nuovo lavoro targato Inverse Records: l'EP "Quatuor Post Nihil".
Con ormai 17 anni di carriera alle spalle possiamo affermare che il quintetto di Vantaa ha definitivamente messo a fuoco il proprio suono, ripulendolo dagli elementi rockeggianti, dalle parti sinfoniche e dalle clean vocals che ne avevano caratterizzato gli esordi, lasciando solamente quella miscela di thrash e death melodico tanto cara ai The Haunted o ai Soilwork più datati.
Rimane invariata la cura, la profondità e l'impegno che la band profonde nei propri testi passati negli anni da Albert Camus, Søren Kierkegaard, Edgar Allan Poe, Nikolai Gogol e Fyodor Dostoevsky sino ad Omero nel dischetto odierno ("Batrachomyomachi" è fin troppo esplicito).

I riffs dei quattro pezzi sono davvero potenti e pesanti, in equilibrio tra thrash e death, le parti vocali di Galzi Kallio (uno dei due membri fondatori rimasti) selvagge e graffianti, i suoni curati da Joni Borodavkin impeccabili nel far risaltare anche le digressioni quasi progressive che animano "The Worship of Ashes".
Quello che però mi hanno lasciato i diversi ascolti -nonostante l'evidenziata perizia tecnica ed una buona fantasia esecutiva- è la sensazione di troppe idee concentrate in un tempo troppo esiguo per svilupparle adeguatamente oltre alla mancanza di un pezzo in grado di imprimersi a fuoco nella testa.
E questo nonostante i tentativi di infilare refrain più catchy come nella conclusiva "Foul Doctrine Of Idiocy".

Insomma i Dead Shape Figure sono bravi, aggressivi al punto giusto ed in grado di scrivere ottime canzoni: serve solo un ultimo step per scrivere quei 2 o 3 pezzi memorabili.
Facile a dirsi certo, ma visto che il prossimo lavoro sulla lunga distanza dovrebbe uscire quest'anno possiamo almeno sperare.

Dead Shape Figure - "Batrachomyomachi"