Copertina 7

Info

Anno di uscita:2006
Durata:45 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. FRIEDE SEI MIT DIR
  2. RIDERS ON THE STORM
  3. SEEMANN
  4. DER ADLER
  5. REVOLUTION
  6. WENN ICH TRAUME
  7. SOLDATEN DIESER ERDE
  8. IN THE LAND OF WHITE HORSES
  9. LIEBE
  10. SCHENK MIR HEUT NACHT
  11. HIMMELSKIND
  12. FEUER
  13. MMMH

Line up

  • Fuchs: vocals, guitars
  • Pitrone: guitars
  • Volk-Man: bass, screams
  • Sir G.: drums
  • Dr. Pest: keyboards

Voto medio utenti

Per prima cosa devo dire che l'ascolto del dischetto è insopportabile, non per demerito dei Die Apokalyptischen Reiter, ma piuttosto per i fastidiosissimi audiostamp che per ben due volte a brano (una in tedesco ed una in inglese) accompagnano le songs (ad eccezione delle prime due). Non penso proprio che la pirateria si possa combattere in questo modo! Spero proprio che Nuclear Blast la smetta... ok, scusatemi, ma questo piccolo appunto ci voleva. Ma veniamo a questi pazzi scatenati. 'Riders On The Storm' è al 100% un dischetto in stile D.A.R., quindi schizzato, bizzarro, pieno di metallo fondente (come al solito, si viaggia dall'Heavy classico al Thrash in pieno stile Sodom) e di richiami al folk, sia di stampa nord europea che di più caliente origine mediterranea, senza dimenticare qualche buon inserto di Symphonic Metal. Le song sono divertenti e teatrali, con il pregio di mantenere, anche negli episodi decisamente più pesanti, un innato sapore goliardico, mentre ampio spazio è lasciato al groove tanto caro al pogo (della serie, una tracannata di birra e quattro salti in pista). Ed è proprio questo movimento che ogni song contiene (a parte la strumentale 'In The Land Of White Horses') che lascia un buon ricordo del dischetto (insieme al pessimo delle voci sopra alle canzoni... non sapete quanti accidenti sto tirando!) e che impone più ascolti subitanei. Certo che il botto planetario di Rammstein ha proprio giovato alle bands che già da tempo cantavano in tedesco, se non altro per abituare l'orecchio dei più alla lingua teutonica...ora anche gli Die Apokalyptischen Reiter, pur proponendo un genere così ibrido e schizzato, possono farsi apprezzare fino in fondo, raccogliendo magari quello che meritano senza troppe scuse del cantato non in inglese.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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