OTEME - Un Saluto Alle Nuvole

Copertina SV

Info

Anno di uscita:2020
Durata:57 min.
Etichetta:Ma.Ra.Cash Records

Tracklist

  1. CHIUDERE QUELLA PORTA
  2. E C'È QUALCUNO
  3. UN RICORDO BELLO
  4. DIECI GIORNI
  5. GLI ANGELI DI SAN CATALDO
  6. QUANDO LA SERA
  7. TURNI
  8. UNA MAMMA DISPERATA
  9. PER I FIORNI A VENIRE
  10. UN SALUTO ALLE NUVOLE

Line up

  • Irene Benedetti: flauto, ottavino, voce
  • Valeria Marzocchi: flauto, flauto dolce, voce
  • Lorenzo Del Pecchia: clarinetto, clarinetto piccolo
  • Elia Bianucci: clarinetto, clarinetto basso
  • Stefano Giannotti: voce, chitarre, banjo, componium, oggetti, elettronica
  • Emanuela Lari: piano, tastiere, voce
  • Valentina Cinquini: arpa, voce
  • Vittorio Win Fioramonti: contrabbasso, basso elettrico, armonica, voce
  • Riccardo Ienna: percussioni

Voto medio utenti

“Un Saluto Alle Nuvole” non è un disco come tutti gli altri, non tanto per la proposta musicale - molto eterogenea come avrò modo di spiegare - quanto per l’intensità delle tematiche affrontate.

È il 2012 quando a Stefano Gianotti, mastermind del progetto OTEME, viene chiesto di girare un documentario sull’Hospice di Lucca, luogo dove i malati terminali vanno a morire. In questa stessa sede l’artista ha quindi deciso di intervistare infermieri, dottori e familiari e di utilizzare le loro parole come materiali per l’album in oggetto.

A emergere fin da subito, a mio avviso, è la capacità di Gianotti di evidenziare i testi (a volte recitati, a volte cantati) nonostante la presenza di un ensemble strumentale corposo e atipico, quantomeno in un contesto che vorrebbe (?) essere anche rock - la traccia simbolo di questo approccio è forse “Quando La Sera”, un “caos organizzato” dal respiro teatrale e dal forte impatto emotivo.

Una parte del full-length rievoca la musica colta contemporanea del secolo scorso - “Chiudere Quella Porta”, “Un Ricordo Bello” e “Gli Angeli Di San Cataldo” pagano tributo tanto a György Ligeti quanto a Salvatore Sciarrino e a Luigi Nono - mentre altri episodi provano a unire musiche relativamente “orecchiabili” con parole strazianti: “E C’è Qualcuno” è a suo modo bucolica, “Dieci Giorni” spicca per l’architettura quasi progressiva creata dalla stratificazione di contrappunti melodici, “Una Mamma Disperata” devia verso il jazz con tanto di assoli di pianoforte e batteria, “Per I Giorni A Venire” strizza l’occhio alla fusion.

Un’opera pesante nel senso più nobile del termine, non per tutti, e impossibile da ridurre a un numero.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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