Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2020
Durata:19 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. THE LIVING DEAD AT THE MANCHESTER MORGUE
  2. THE LONG AND WINDING BIER ROAD
  3. UNDER THE SCALPEL BLADE
  4. SLAUGHTERED IN SOHO

Line up

  • Jeff Walker: bass, vocals
  • Bill Steer: guitars
  • Daniel Wilding: drums
  • Tom Draper: guitars

Voto medio utenti

In attesa del nuovo full lenght album, gli inglesi sono tornati con un nuovo Ep della durata di meno di mezz’ora.
Mettiamo in chiaro che i quattro brani inclusi, uno è già conosciuto perché incluso come Flexi Disc in allegato alla rivista Decibel Magazine qualche tempo fa, ovvero “Under the scalpel blade”.
I restanti tre sono stati scritti ex novo per completare questo mini e non fanno gridare al miracolo, sono scritti e prodotti dignitosamente e recano il marchio indelebile dei nostri.
La prima traccia “The living dead at the Manchester morgue”, parte lenta con un’armonizzazione e tempi che conducono all’ultimo full datato 2013.
Brano in bilico tra mid tempo e accelerazioni a rotta di collo, con le chitarre serrate della coppia Steer e Draper che incrociano riff su riff e la voce rasposa del bassista Jeff Walker divenuta un marchio.
All’interno ci sono colpi in blast beat ed un solo bello caldo e venato di blues.
The long and winding bier road”, è un pezzo che in primis conferma che il combo di Liverpool non rinuncia all’humor.
In seconda battuta, il brano sembra estrapolato dalle session di “Swansong”, ultimo album uscito per la decaduta Earache nel 1996; un brano che viaggia su coordinate hard rock con uno screaming intenso e un bell’assolo nel mezzo.
La quarta traccia è quella più conosciuta e non smentisce il trademark del quartetto.
Brano serrato con blast beats, tempi secchi con chitarre serrate e il vocione caratteristico di Walker.
Il brano diventa un up tempo con parti in blast beats nel chorus, il solo è di gran gusto.
Slaughtered in soho”, chiude il tutto ed è un brano in mid tempo un pochino ciondolante.
Le chitarre procedono in armonizzazione e con buoni riff che fanno parte dell’armamentario della band per poi accellerare in up tempo in sede di assolo.
In conclusione, un discreto antipasto che sicuramente farà felici i seguaci degli inglesi, ma si può passare anche oltre in attesa del ritorno con il nuovo album.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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