Copertina 9

Info

Anno di uscita:2020
Durata:53 min.
Etichetta:M-Theory Audio
Distribuzione:Rock & Growl Promotion

Tracklist

  1. OVERTURE FOR THE ESTRANGED
  2. BREAK THE ICE
  3. TANTIBUS II
  4. STRANGER
  5. CONCRETE CAGES
  6. OVER
  7. UNDER
  8. HUTS
  9. GONE
  10. ADDICTED
  11. MIST

Line up

  • Itai Portugaly: keyboards
  • Yanai Avnet: bass
  • Yoav Weinberg: drums
  • Yadin Moyal: guitars
  • Noa Gruman: vocals

Voto medio utenti

This is for the open-minded.

"Strangers" è l'incredibile secondo capitolo discografico della band israeliana Scardust, un combo di musicisti sopraffini capitanati dalla voce incredibile di Noa Gruman: cantante metal (con tanto di growls), soprano sopraffino, direttrice di un coro, compositrice (insieme a Orr Didi, già autore del primo album della band, 'Sands of Time') e mente dietro questo incredibile concept album. E sarebbe davvero molto facile farsi portar via dalla voce di Noa e dimenticare tutto il resto, vista la incredibile versatilità e la performance enorme che la Gruman rilascia in questo dischetto, ma qui c'è molto di più.

"Strangers" è un concept 'binario' sulla perdita dell'amore e lo smarrimento dell'umanità, binario in quanto (a parte la strabiliante intro) ogni brano della prima parte ha un 'gemello' nella seconda, creando una struttura speculare che ha davvero dell'incredibile. I brani sono arrangiati in modo da essere complementari l'uno all'altro, e, pur essendo ben distinti, sono evidentemente affratellati nei testi e nei temi portanti. Immaginate, per quanto strana, una commistione tra Ayreon, Jesus Christ Superstar, power/prog alla Symphony X, strutture vocali difficilmente catalogabili, epicità a chili, finissimi accorgimenti sonori...

A sostenere questa complessa struttura, una band fenomenale, che sin dalle prime note dell'album strabilia per capacità tecniche ed esecutive. Vi basterà l'intro per rendervi conto di che sezione ritmica possiedano gli Scardust, della qualità dei riffs e degli arrangiamenti geniali di ogni singolo secondo di questo disco.

Ma "Strangers", come detto in precedenza, è anche (e soprattutto) un album/showcase per le (virtualmente) infinite capacità vocali di Noa Gruman, che spesso e volentieri si fa accompagnare dall'Hellscore Choir, e addirittura si avvale delle giovani voci del prestigioso Westbrook Hay Prep School Chamber Choir.

L'album parte proprio acappella con la incredibile intro "Overture for the Estranged", ed il disclaimer della prima riga torna prepotente: questo è un album che vuole farsi ascoltare, che spesso vira nei territori del musical, ma che mantiene la sua componente metal ben presente (i due videos qua sotto lo testimoniano perfettamente, direi). Ma, soprattutto nella seconda parte, l'atmosfera o il mood richiesti dalla storia sapranno piegare gli arrangiamenti a parti talvolta più sussurrate, pur mantenendo una maestosità e una cura dei particolari semplicemente impressionante.

"Strangers" è un album raro, nel panorama musicale attuale. Potrebbe non piacere subito all'ascoltatore metal medio, ma chi ama la musica progressive saprà benissimo gustarsi un lavoro prodotto magistralmente (Jens Bogren vi dice qualcosa?), suonato da dio e cantato da una delle voci più strabilianti che mi sia capitato di sentire recentemente. La riprova? Ho continuamente voglia di riascoltarlo. Perla rara, disco da gustare più e più volte, in grado di regalare emozioni come ormai pochi albums oggi riescono a fare.



Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 13 dic 2020 alle 16:59

Davvero una gran bella scoperta anche x me! Grazie x la segnalazione Sbranf! Non male nemmeno il suo predecessore "Sands Of Time"...un tipo di prog davvero interessante!

Inserito il 05 nov 2020 alle 11:39

Grazie a te Jonathan!

Inserito il 04 nov 2020 alle 19:31

...e dopo avermi fatto conoscere "The dear hunter", devo ringraziare nuovamente Sbranf.

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