Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:45 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. IGNITE THE SKY
  2. CRIMINAL MASTERMINDS
  3. NO MATTER
  4. SUGAR & SPICE
  5. FAREWELL TO YESTERDAY
  6. BLACK SWAN
  7. STAND YOUR GROUND
  8. THIN LINE
  9. SILHOUETTE
  10. HEALING WATERS
  11. STREETS OF MISERY

Line up

  • Valts Berzins (Vicky White): vocals
  • Haralds Avotins (Harry Rivers): guitars
  • Gunars Narbuts (Gunn Everett): bass
  • Gustavs Vanags (Gus Hawk): drums
  • Erna Daugaviete: cello on 'Silhouette'
  • Dagnis Rozins: saxophone on 'Healing Waters'

Voto medio utenti

Pur potendo contare su un roster straordinariamente ricco di prestigio ed esperienza, la Frontiers Music continua imperterrita nella sua lodevole operazione di scouting, senza adagiarsi sugli allori, impegnata nel garantire al settore l’imprescindibile “continuazione della specie”.
Un’esplorazione che, nell’ottica della “globalizzazione”, non ha frontiere (oibò …) ed ecco che stavolta la label partenopea sonda il terreno musicale della Lettonia, l’attraente (a quanto pare anche dal punto di vista delle bellezze femminili …) Repubblica baltica da cui provengono i nostri Bloody Heels.
Già artefici di un Ep (“Summer nights” del 2014) e di un apprezzato full-length intitolato “Through mystery” (2017), i lettoni s’ispirano pesantemente alla scena hair-metal statunitense, rappresentata nello specifico da Skid Row, Bangalore Choir, Odin, WASP e Motley Crue.
Nulla di particolarmente “nuovo”, dunque, ma in realtà il problema di “Ignite the sky” non è la sua attitudine “nostalgica”, piuttosto comune in questi periodi di spiccato e diffuso revival-ismo.
Una relativa “personalità” può essere tranquillamente superata con la forza e la freschezza del songwriting, con la costruzione di melodie veramente memorabili, capaci d’insinuarsi nei sensi, annientando la barriera “razionale” del “già sentito”.
I brani di “Ignite the sky”, invece, nonostante una bella energia e una certa perizia tecnico / interpretativa dei suoi autori, finiscono spesso per rimanere in superficie, zavorrati da costruzioni melodiche un po’ blande e da refrain (la vera “punta di diamante” del genere) non sempre adeguatamente incisivi.
Il risultato complessivo, sebbene non disprezzabile, desta parecchie perplessità, e se tra i momenti sopra la media bisogna citare la grintosa "Criminal masterminds”, le anthemiche "Sugar & spice” e "Stand your ground”, la notturna "Black swan", l’ariosa “Thin line” e poi ancora la passionale "Silhouette", il resto del programma fa veramente abbastanza fatica a lasciare brandelli di sé nella memoria dell’astante.
In sintesi, i Bloody Heels danno l’idea di una band dalle notevoli potenzialità, al momento in parte inespresse, da seguire con interesse nel suo auspicabile percorso di crescita artistico.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.