Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2020
Durata:33 min.
Etichetta:Dying Victims Productions

Tracklist

  1. LAMBS TO THE SLAUGHTER
  2. CRIMSON KILLER
  3. FIGHT
  4. PLAGUE DOCTOR
  5. ON THE EDGE OF THE ABYSS

Line up

  • Marco Stamigna: vocals, guitar
  • Daniel Sweed: lead guitar
  • Max Schreck: bass

Voto medio utenti

I londinesi Coltre sono giovani, attivi da poco più di un anno, ed esordiscono con questo Ep corposo ed autoprodotto dal titolo "Under the influence". La fonte d'ispirazione stilistica dei britannici è però piuttosto antica, parliamo infatti della Nwobhm e del proto-metal di fine anni '70.
Lo scopriamo subito in maniera clamorosa ascoltando la galoppata hard'n'heavy "Lambs to the slaughter", Maideniana fino al midollo. Mi riferisco agli Iron dei primissimi album, tanto da poterla consigliare ad un Maidenologo come "Ermo" Rapetti. Un brano abbastanza clonato, sia chiaro, ma che vanta una buona solidità di fondo ed una capacità strumentale sufficiente.
"Crimson killer" è pura Nwobhm, con un convincente riff alla Crossfire/Tygers of Pan Tang ed una melodia intrigante. C'è grinta ed orecchiabilità, una buona canzone. Invece con "Fight" si cambia registro, entrando nel territorio del melodic-doom-rock sul genere di Angel Witch o Pagan Altar. Diminuisce l'impatto ed aumenta il tasso di atmosfera uggiosa tipicamente british. Una traccia che, ad essere onesto, non mi ha affatto entusiasmato, ma che perlomeno testimonia la possibilità di esplorare altre sfumature del sound. Magari meglio, in futuro.
Altra lunga cavalcata maideniana "Plague doctor", con qualche eco di Cirith Ungol nei passaggi più tesi e evocativi, munita di riffone graffiante e mid-tempo bellicoso. Buono il lavoro delle chitarre della coppia Stamigna/Sweed e qualche intermezzo maggiormente riflessivo ad interrompere l'assalto da scapocciamento. Mi ha ricordato un pezzo come "Charlotte the harlot", gemma mai troppo celebrata del primo lavoro dei titani inglesi.
Si chiude con lo strumentale "On the edge of the abyss", una sorta di "The Ides of march" in tono minore.

Ai Coltre urge sganciarsi dai modelli di riferimento, altrimenti rischiano di passare per una semplice clone-band come tante. Tenuto conto della relativa poca esperienza e delle potenzialità che traspaiono dal presente debutto, hanno il tempo di farlo. Aggiungendo anche una produzione migliore, perchè questa risulta ancora piuttosto artigianale.

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