Copertina 5

Info

Genere:Guitar Hero
Anno di uscita:2006
Durata:48 min.
Etichetta:Black Lotus
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. REPLIHATE
  2. FOR MAX
  3. SOL AMENTE
  4. TWIN,TWANG,TWUNG
  5. A QUESTION
  6. THE THING
  7. IN THE NAME OF
  8. THE AUDITION
  9. SELF
  10. BLACK ART

Line up

  • Joshua Craig: guitars
  • David Ellefson: bass
  • Craig Nielsen: drums

Voto medio utenti

"The Alien Blakk" nascono grazie al progetto del chitarrista Joshua Podolski (che vanta collaborazioni con leggende come Kiss e Fear Factory) affiancato in questo lavoro da David Ellefson (ex Megadeath) e Craig Nielsen dei Flotsam & Jetsam il tutto mixato nello studio di Steve Vai. Un album completamente strumentale che sembra prefissarsi l’obiettivo di realizzare qualcosa di originale, obiettivo in parte mancato in quanto è proprio l’originalità a mancare clamorosamente.
Frequentemente nell’ascolto dell’album ci imbattiamo in costruzioni ritmiche prive di smalto e riff decisamente poveri dai contenuti fiacchi e ripetitivi che a volte appaiono addirittura elementari e deboli. Il CD racchiude un insieme di stili che passano da Frank Zappa, Meshuggah e Guns N’Roses, abbracciando diverse atmosfere in un mix di Metal, Latin Jazz, Country e Rock Classico. Nell’insieme le tematiche sono veramente prive di fluidità, la dinamica è praticamente assente e anche i brani meglio strutturati sono spesso fini a se stessi. Il brano di apertura "Replihate” non sembra presagire nulla di buono, sviluppato su cadenze lentissime e noiose ricorda le atmosfere alla Meshuggah ma senza esaltare. Una impronta fusion in "The Thing" sembra alzare il livello di interesse che scema purtroppo con "Black Art" un pezzo decisamente vuoto e poco convincente. In "Twin, Twang; Twung" ci tuffiamo nel country!!! Si stenta a coglierne il senso.
Atmosfere alla Satriani nella lenta "In The Name of" ma anche in questo caso non si percepisce nulla di originale. Sicuramente il brano più riuscito è "Sol Amente" un motivo ricco di melodia e molto accattivante ed emozionante.
Nel complesso l’album ci sembra veramente non rispettare l’attesa, non mancano certo sprazzi di classe, cura negli arrangiamenti, ingegno ed esperienza ma tutto senza una vera anima in grado di dare compattezza e solidità e il risultato è quello di un lavoro decisamente evanescente.
Recensione a cura di Carmelo 'Lino’64' Nazzaro

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