1349 - Beyond The Apocalypse

Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2004
Durata:48 min.
Etichetta:Candlelight
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. CHASING DRAGONS
  2. BEYOND THE APOCALYPSE
  3. AIWASS AEON
  4. NECRONATALENHETEN
  5. PERISHED IN PAIN
  6. SINGER OF STRANGE SONGS
  7. BLOOD IS THE MORTAR
  8. INTERNAL WINTER
  9. THE BLADE

Line up

  • Ravn: vocals
  • Frost: drums
  • Tjalve: guitars
  • Archaon: guitars
  • Seidemann: bass

Voto medio utenti

E' proprio vero che la Norvegia, nonostante siano passati più di dieci anni e la scena anche internazionale sia notevolmente cambiata, per quanto riguarda il black metal rimane sempre un gradino sopra tutte le altre nazioni europee. Ultimamente sono arrivate buone notizie soprattutto dalla Finlandia e dalla Francia, ma nessun lavoro finora si è dimostrato vincente quanto "Beyond The Apocalypse" dei 1349. Va bene che avere Frost dietro le pelli e ispirarsi dichiaratamente ai Satyricon dei tempi d'oro (sappiamo tutti quali sono) significa già partire con un discreto vantaggio, ma quest'album può tranquillamente essere definito come la parte seconda di "Nemesis Divina", e questo non è da tutti! Nonostante non si rasenti mai il plagio, citazioni e spunti "satirici" sono presenti in larga misura, e basta aspettare il minuto e cinquanta della prima "Chasing Dragons" per rendersene conto. Riff del genere, complicati e caotici, partono dalla loro intricatezza per conferire invece ordine e lucidità ai pezzi, grazie anche ad una vena folkeggiante (udibile soprattutto nelle melodie più dissonanti) con cui i Satyricon hanno veramente fatto scuola. La successiva title-track è decisamente più interessante, prendendo spunto anche dal thrash di matrice tedesca. Non si può non pensare ai pezzi più violenti dei Kreator, durante l'ascolto, anche se un riff da manuale intorno al secondo minuto ci riporta decisamente in terra norvegese! Sono queste le due anime dei 1349, i cui unici difetti sono di avere un cantante assolutamente non all'altezza delle grandi interpretazioni di Satyr, e il fatto di non aver osato nel trasformare un semplice album black metal in un'"opera" (penso solo a "This Is Armageddon", o alla spada sguainata di "The Dawn Of A New Age", per rendere l'idea) ed ambire così allo status di capolavoro. Ma in "Beyond The Apocalypse" la carne al fuoco è già tantissima, e questo basterà a far felici schiere di blackster che, come me, guardano con speranza e fiducia alla Norvegia per vedere rinascere il black metal proprio là dove è stato ucciso.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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