Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2006
Durata:39 min.
Etichetta:Peaceville

Tracklist

  1. THE CULT OF GOLIATH
  2. TOO OLD TOO COLD
  3. ATOMIC COMING
  4. GRAVEYARD SLUT
  5. UNDERDOGS AND OVERLORDS
  6. WHISKY FUNERAL
  7. DE INDERJORDISKE (AELIA CAPITOLINA)
  8. TYSTER PÅ GUD
  9. SHUT UP
  10. FOREBYGGENDE KRIG

Line up

  • Nocturno Culto: vocals, bass, guitars
  • Fenriz: drums

Voto medio utenti

Se devo essere sincero, dare un giudizio riguardo alla nuova uscita dei Darthrone non è certo un compito oneroso... Il duo norvegese, ormai assurto allo status di Motorhead del metal estremo, si è da tempo adagiato su uno stile compositivo che ha in parte fatto storcere il naso ai fan storici della band, ma che non può certamente essere visto come un tradimento degli ideali originari. E' innegabile che i Darkthrone abbiano avuto fin dallo storico "A Blaze In The Northern Sky" una spiccata componente punk all'interno della loro musica. Che si trattasse di influenze pimigenie o dell'eredità lasciata loro dai Celtic Frost non ci è dato di saperlo, ma restano sempre scolpiti nella memoria alcuni pezzi incisi negli anni novanta e che possono essere ora confrontati con i nuovi episodi. Certo, questa attitudine a partire da "Plaguewielder" (o ancora meglio da "Hate Them") si è fatta notevolmente più accentuata andando a caratterizzare quello che oggi è il songwriting consolidato di Nocturno Culto e Fenriz. Pezzi brevi, diretti, trainati dalle ritmiche catchy della chitarra e soprattutto da testi faceti al limite dell'idiozia sullo stile dei solisti di Nattefrost. Non devo neanche insistere sul fatto che piaciuto uno, piaciuti tutti: i pezzi si assomigliano in maniera insistente, al punto da rendere la durata una spada di Damocle pendente sulla testa dei due, che finora hanno sempre optato intelligentemente per lavori sulla quarantina di minuti. "The Cult Is Alive" non fa eccezione, ma a differenza dei precedenti contiene un paio di episodi di assoluto spessore che vanno a classificarsi tra i migliori della band norvegese: in particolare "Atomic Coming" dedicata alla memoria di Piggy e dei Voivod e la sfacciata "Graveyard Slut", già presente nel singolo ma cantata questa volta da Fenriz (!). E' incredibile notare come sia ancora fortissima l'influenza Celtic Frost, soprattutto nella prestazione vocale sottolineata da un nostalgico 'UH!'. Per ogni pezzo più sottotono ce n'è uno sopra le righe: è il caso di "Whiskey Funeral" che si rivela essere il terzo punto forte della nuova uscita. Insomma, inutile farla troppo lunga: se vi sono piaciute le ultime uscite dei Darkthrone "The Cult Is Alive" non farà eccezione, altrimenti non vi troverete all'interno nessun elemento che vi faccia cambiare idea.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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