Dark Fortress - Spectres From the Old World

Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:58 min.
Etichetta:Century Media Records

Tracklist

  1. NASCENCE (INTRO)
  2. COALESCENCE
  3. THE SPIDER IN THE WEB
  4. SPECTRES FROM THE OLD WORLD
  5. PALI AIKE
  6. PAZUZU
  7. ISA
  8. PULLING AT THREADS
  9. IN DEEPEST TIME
  10. PENROSE PROCESSION (INTERLUDE)
  11. SWAN SONG
  12. NOX IRAE

Line up

  • Asvargr: guitars
  • Seraph: drums
  • V. Santura: guitars
  • Morean: vocals
  • Phenex: keyboards

Voto medio utenti

Nuovo album per la compagine black metal tedesca, un album che è un gran bel ritorno discografico.
Adesso vi spiego il perché; dopo aver trattato la ristampa del disco “Stab Wounds” uscito in origine nel 2004, mi sono preso la briga di ascoltarmi tutti i dischi che i tedeschi hanno composto e suonato fin dalle origini.
Il motivo è semplice, volevo conoscere meglio la band per dare un giudizio completo; devo dire che col crescere degli anni i nostri si sono staccati dai modelli di riferimento per far prevalere il loro tocco personale, aggiungendo anche una discreta dose di prog alla materia oscura.
Nascence” ci introduce in questo viaggio oscuro con ritmi tellurici, riffing malsani e voci filtrate, le tastiere fanno capolino in sottofondo.
Coalescence”, esplode con furia con blast beats e riffing in tremolo di puro black metal maligno e le vocals del singer Moran sono velenose e con toni aggressivi.
All’interno, cambi di tempo che passano anche a sfuriate e tempi veloci, danno misura dell’abilità tecnica della band con un gran bel solo ad opera di V. Santura.
The spiders in the web”, è un brano cadenzato dove riffing quasi thrash serrati si mixano abilmente in questo mid tempo black metal.
Le vocals sono cavernose ma non monotone, anzi, il singer è esperto nel modulare e dare enfasi aggressiva alla sua voce; c’è anche un arpeggio atmosferico con tocchi di batteria a dare un’apertura melodica prima della ripartenza feroce.
La titletrack è un assalto senza nessun ripensamento con blast beats, riffing che recano il marchio nordico e un vocione cavernoso a dare sfumature minacciose.
Ma non è tutto, cambi di tempo veloci che vanno da assalti a parti cadenzate danno varietà al brano con sfumature death per certi versi; le tastiere danno un sostegno fondamentale senza invadere il campo e il chorus lo canterete a piena voce, anche qui un arpeggio fa bella mostra sul finale.
Isa” è una delle perle di questo gran bel disco; apertura arpeggiata inquietante con le chitarre che entrano piano piano per poi aggredire l’ascoltatore in questo brano denso di sfumature.
La band sa usare bene il metallo nero e non picchia per forza; in questo brano le voci pulite fanno capolino donando epicità e pathos drammatico tra l selva di riff minacciosi; il solo melodico è eccelso e si sente tutta la classe del chitarrista teutonico.
Ecco, con la conclusiva “Nox irae” la band stupisce confezionando una composizione epica, con chitarre e campane tubulari dalle atmosfere antiche, quasi mediorientali e un cantato pulito in latino.
Un album eccelso, che da un altro spettro sonoro alla materia estrema, i tedeschi sono ormai delle certezze in merito e questa nuova uscita lo conferma appieno.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 09 mar 2020 alle 11:15

Ho sempre preferito Azathot alla voce...ma la qualità di questi è veramente superiore!!!

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