Copertina 8,5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2020
Durata:40 min.
Etichetta: Noble Demon

Tracklist

  1. LEAD WINGS
  2. ASHES
  3. SILENCE
  4. HIDING
  5. TULI
  6. NUMB
  7. CHOICE
  8. GHOST

Line up

  • Tuomas Saukkonen: vocals, guitars, Guitars, bass,drums, percussion, keyboards
  • Mikko Heikkilä: vocals

Voto medio utenti

Secondo album per questa ex one-man band finnica creata da Tuomas Saukkonen ex Before The Dawn e ora mente dei Wolfheart.
Il nostro ora si può godere i servigi di Mikko Heikkila alla voce pulita, quindi i Dawn Of Solace da creatura unipersonale, diventano un duo sempre sotto l’egida della Lead Demon.
Il nuovo album è stato pubblicato a ben quattordici anni di distanza dal precedente "The Darkness"; questa pausa prolungata è servita a Saukkonen per chiudere una carriera artistica e aprirne una nuova, ed ora possiamo finalmente goderci questa nuova fatica.
C’è da dire che questo nuovo album è intriso di onde malinconiche, prendendo in prestito il titolo; questo profumo oscuro, intenso e umbratile percorre tutta l’opera che la fa brillare.
Si perché di brillantezza oscura qui si parla; basti pensare alla stupenda opener “Lead Wings” che è anche il primo singolo.
Un brano possente in questo up tempo con le chitarre che tirano le fila di una melodia triste che duetta con le vocals pulite di Heikkila; il solo è melodico e carico di densità e pathos.
Silence”, è un brano che risente di un certo umore goticheggiante, soprattutto nei tocchi di piano.
Il doom dei nostri rivela un cuore emotivo che viene espanso dalle vocals pulite e dai riff delle chitarre heavy, per certi versi ricordano gli Amorphis più recenti.
Nell’ascoltare il brano “Hiding” dalle venature acustiche, si viene immersi un onde sonore piene di melanconia.
Bisogna dare un plauso al duo, perché la voce è un quid in più che diventa strumento per veicolare emozioni in relazione all’impatto sonoro della musica.
Il brano doom/ goth cantato in lingua madre “Tuli” è l’unico che presenta una certa asprezza aggressiva; una sorta di rabbia dolorosa repressa che salta fuori nelle parti harsh.
Choice”, è una gran bella cavalcata heavy dalle tinte cangianti e fosche ma che serra le fila con riffing intensi e affilati.
Il brano marcia cadenzatamente per poi prendere quota nel ritornello e anche qui i conterranei Amorphis fanno capolino.
Ghost” chiude il disco con un brano triste, fatto di sola voce profonda e piano; il pathos è tangibile e il chorus è fatto di triste bellezza.
Un album che apre questo corso del nuovo anno in maniera eccelsa; si è dovuto aspettare tanto, ma l’attesa è stata premiata.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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