Copertina 6,5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2011
Durata:50 min.
Etichetta:Firebox

Tracklist

  1. CELEBRATION
  2. FORGIVE ME, I'LL FORGET YOU
  3. SAY MY NAME IN VAIN
  4. FOR THE REIGNITED SUN
  5. THIRTEENTH DAWN
  6. DECADENCE DRESSED HER
  7. HEART-SHAPED CEMETERY
  8. UNDERNEATH THE VEIL OF SOLITUDE
  9. DEATH, I AM DEATH
  10. SMOTHER THE LAST FLAME

Line up

  • Otto Närhi: Keyboards
  • Harri Kauppinen: Vocals
  • Petteri Kattainen: Bass
  • Teemu Liekkala: Guitars
  • Rolf Pilve: Drums

Voto medio utenti

Ad un anno di distanza dal loro ultimo lavoro, “While the World Sleeps”, tornano i prolifici (questo è infatti il loro terzo disco in 3 anni) finnici Beyond the Dream, autori di un buon dark/gothic dalle forti tinte industrial.

Nati principalmente come gothic band, tanto per lo stile musicale quanto per il look dei componenti della band, in particolare del cantante Harri Kauppinen, i Beyond the Dream si sono evoluti in qualcosa di più complesso, coinvolgendo nel loro sound elementi cardini dell’industrial, quali l’elettronica e un certo modo di cantare non pulito, come da stilemi del gothic alla HIM, tanto per fare un paragone con qualcuno di più conosciuto.
I Beyond the Dream con questo nuovo lavoro "In the Heart of Nothing" finiscono così con l’assomigliare in maniera fin troppo pericolosa ai Deathstars, cascando più volte in una possibile accusa di plagio, soprattutto per la voce del già citato Kauppinen, a tratti inconfondibile da quella di Andreas Bergh.
Non che questo debba essere obbligatoriamente un male, sia chiaro, ma quando l’emulazione raggiunge certi limiti il risultato non è certo dei più esaltanti, pur essendo i finlandesi degli ottimi musicisti.
Viene abbandonata tra l’altro quasi completamente l’anima black che permeava i primi due lavori della band, togliendo un ulteriore tratto distintivo a loro favore, privilegiando invece il lato elettronico, come chiaro in brani quali “For the Reignited Sun”, dove tra l'altro è azzardabile anche un confronto coi tedeschi Crematory.
I paragoni quindi si sprecano per i Beyond the Dream, che dimostrano senza dubbio di saperci fare ma di non avere ancora un “carattere” tutto loro, non risultando alla fine incisivi come dovrebbero.

Consigliato quindi agli amanti del genere gothic/industrial e a pochi altri, se volete ascoltare di meglio dedicatevi ai già citati Deathstars e vi assicuro che non vi sbaglierete. Per i Beyond the Dream invece, promozione con riserva.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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