Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:74 min.
Etichetta:Terror from Hell Records

Tracklist

  1. ANTEDILUVIAN FLAMES
  2. UNCONQUERED LIGHT OF NOTHINGNESS
  3. CATACOMBAL ECHOES FROM AB.ZU.
  4. ARCHETYPE FOR THE TOTAL RUIN

Line up

  • G.: bass, vocals
  • J.: drums
  • S.: guitars, vocals

Voto medio utenti

Ascoltando "Unconquered Abysses", seconda opera dei tedeschi Into Coffin, appare lampante come la scelta del proprio monicker non sia avvenuta deliberatamente ma con il preciso obiettivo di dare un'anticipazione del sound che il gruppo avrebbe proposto, una vera dichiarazione d'intenti: i quattro brani che compongono il disco infatti sono quattro epitaffi, quattro pietre tombali di cupissimo doom/death metal che rievoca immagini di corpi distrutti dalla putrefazione e di catacombe da cui si leva un lezzo di morte. La musica degli Into Coffin non è adatta a tutti, in parte perchè le canzoni si svolgono in maniera lenta e trascinata, quasi come una processione funebre, con le chitarre assolute protagoniste a dettare il tempo con riff cupi e talvolta estenuanti, ma anche perchè i brani si distinguono per una durata importante che va dai 14 ai 23 minuti che potrebbero mettere in difficoltà chi è a digiuno di tali sonorità. L'effetto che si ottiene è un muro sonoro difficile da valicare e con il growl cavernoso di S. ad appesantire (in senso positivo) ulteriormente le composizione, che non mancano tuttavia di mostrare qualche inflessione black/death quando gli Into Coffin decidono di alzare il ritmo con accelerazioni improvvise e ferali che riescono a spezzare per brevi tratti la monoliticità dei pezzi, tra cui vale la pena di segnalare sicuramente "Catacombal Echoes From Abzu" dall'incedere orribilmente maestoso e l'opener "Antideluvian Flames" che mette sin da principio in chiaro le cose. Impeccabile la produzione di cui può far bella mostra "Unconquered Abysses" e che ha il grande pregio di amplificare la grande resa e l'impatto del disco mantenendo intatta l'aura cupa e malata che permea tutto l'album.
Come detto, il disco non è di facile fruizione per coloro i quali non sono usi a queso tipo di sonorità, tuttavia i fan di Spectral Voice piuttosto che dei Grave Miasma troveranno nella musica degli Into Coffin tutto quello che cercano: un salto nell'abisso più nero a suon di doom/death metal. E io personalmente mi ci butto più che volentieri.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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