Gli olandesi
Vortex, non balzeranno mai agli onori delle cronache metal, pur essendo una band nata nel lontano 1979.
I nostri hanno una passione per l’heavy metal più puro, questo perché sono nati durante l’esplosione del movimento stesso; purtroppo il destino cinico e baro, non ha permesso che la band raccogliesse qualcosa di buono nell’epoca di massimo splendore del genere.
La band, anche con questo album di canzoni che affondano anche agli albori degli anni 80, si dimostra coerente seguace dell’acciaio.
L’opener “
Spiritualien”, la titletrack e “
Tremorial”, risentono tanto dell’epoca Nwobhm; in alcuni momenti paiono prendere troppo spunto dal songwriting di un certo
Steve Harris.
Le chitarre sono affilate, e i solos sono di puro metal classico; il singer
Jurjen “Thunderforce” Tichelaar, non ha la capacità polmonare di un
Bruce Dickinson, ma compensa con una grinta schietta e i cori aiutano.
La priestiana “
I.C.U”, ha un riffing “rubato alla coppia
Downing/Tipton; classico brano intenso fatto da un up tempo serrato e chitarre armonizzate.
I solos sono ben fatti anche se a volte la batteria li copre un pochino.
“
Fivefall” , é un brano cadenzato che anch’esso risente delle zampate heavy ottantiane.
Un brano che ha una dimensione sincera, nonostante certe linee di chitarra maideniane siano troppo presenti.
Un disco che non farà gridare al miracolo, un album che non ha quel puntino in grado di emergere dall’underground di troppe uscite simili, ma se volete solo un divertimento senza troppe pretese di puro heavy metal loro faranno al caso vostro.
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