Copertina 5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2019
Durata:68 min.
Etichetta:Ram It Down Records

Tracklist

  1. CAPTAIN SAINT D
  2. CALL MY NAME
  3. RETURN OF THE DEAMONS
  4. GHOST
  5. LIMELIGHT DREAMS
  6. HELL IS CALLING
  7. EARTH IS ALIVE
  8. LAND OF GOLD
  9. HIGHER
  10. SOMEWHERE FAR BEYOND
  11. THE EXODUS, PT. II
  12. JOURNEY THROUGH THE STARS
  13. BREAK THE SKY
  14. RESURRECTION

Line up

  • Jarle Byberg: drums
  • Magnus "Nobby" Noberg: bass
  • Toya Johansson: guitars
  • Jan Thore Grefstad: vocals

Voto medio utenti

Insomma.

Si erano perse le tracce degli svedesi Saint Deamon che una decina di anni fa avevano dato velocemente alle stampe due album, il debutto "In Shadows Lost from the Brave" che ho letteralmente consumato e che ogni tanto gira ancora nel mio vetusto ed affaticato lettore, ed il successivo "Pandeamonium" che invece, a dispetto di tutte le critiche positive che gli sono piovute addosso, non è mai riuscito ad entrarmi nel cuore e che avrò ascoltato non più di 3 o 4 volte.

Nonostante tutte le belle parole spese per loro ed il supporto della Frontiers Records, i Saint Deamon sono scomparsi per tutto questo tempo ed i motivi sono sinceramente a me sconosciuti. Mi ha fatto sorridere quindi ritrovarli nel roster della Ram It Down Records, neonata sottoetichetta della AFM records dedicata a sonorità più classiche, per l'uscita di questa opera terza intitolata "Ghost".

Perso per strada Ronny Milianowicz, già conosciuto con i Dyonisus ed i Sinergy, e rimpiazzato alla batteria dal black metaller Jarle Byberg, i Saint Deamon ripescano quindi 3/4 della lineup originale ma...ma qualcosa si è rotto.

Jan Thore Grefstad dietro il microfono fa il suo sporco lavoro come al solito, così come lo fa con i suoi Divided Multitude, però l'ascolto di "Ghost" nella sua interezza stenta ad emozionare e dopo una prima passata resta davvero poco.
Proviamo a premere play ancora una volta e nuovamente questi interminabili e lunghissimi 71 minuti (decisamente troppi, mezz'ora in meno e forse il giudizio sarebbe cambiato in larga parte) sembrano essere aridi di spunti e vibrazioni: niente di inascoltabile o mal eseguito, per carità, ma tutto terribilmente piatto e privo di ispirazione, con una parola diremmo "scialbo".

I brani raccontano come al solito di un classic metal quando intriso di venature progressive, quando di sfuriate più classicamente power, quando di appeal più cromato e sonorità più hard rock ed AOR ma qualsiasi direzione prendano hanno poco mordente, le linee vocali non impressionano, le melodie non affascinano e non rimangono in mente ne' sulla breve ne' sulla lunga distanza. E' un gran peccato perchè a distanza di ben 10 anni risuonano ancora nelle nostre teste i refrain vincenti di "My Judas", "In Shadows Lost from the Brave" o "My Heart", ma di quegli spunti oggi non v'è traccia.

Speriamo sia solamente un rientro frettoloso o sfortunato e che i Saint Deamon riescano presto a riproporre gli standard del passato perchè al momento la concorrenza in campo classic/power metal è decisamente tanta e di livello assai superiore.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli
Capolavoro.

Grazioli tu ti trovi meglio a parlare di becer metal mi sa xD totalmente in disaccordo con la recensione: un disco vario, ispiratissimo ed elegante. In linea con la grande qualità dei due precedenti. Ascoltatelo!

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 26 set 2019 alle 12:56

Mamma mia questi li avevo persi al debutto!...che era in effetti davvero bello. Però se non ricordo male era proprio Milianowicz il suo fondatore nonché mastermind...uscito lui, questi non possono che essere una band diversa, quindi forse era quasi inevitabile che il confronto col passato fosse impietoso (mica sono tutti Kupiainen :D )

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