Copertina 6

Info

Anno di uscita:2019
Durata:57 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. FAFNER'S GOLD
  2. CRACK THE SKY
  3. MJÖLNER, HAMMER OF THOR
  4. SHIELD WALL
  5. VALKYRIA
  6. RAVEN'S FLIGHT
  7. IRONSIDE
  8. THE BERSERKER AT STAMFORD BRIDGE
  9. WHEN ONCE AGAIN WE CAN SET OUR SAILS
  10. SKOLL AND HATI
  11. WINGS OF EAGLES
  12. INTO THE DARK

Line up

  • Johan Hegg: vocals
  • Olavi Mikkonen: guitar
  • Johan Söderberg: guitar
  • Ted Lundström: bass
  • Jocke Wallgren: drums

Voto medio utenti

A tre anni dal (orrendo, a parere di chi vi scrive) concept "Jomsviking" ecco di nuovo calare dal nord Johan Hegg ed i suoi Amon Amarth per l'undicesimo capitolo di una storia che appare inarrestabile.

Al fianco della inossidabile Metal Blade il quintetto svedese presenta "Berserker", prodotto non più da Andy Sneap ma da Jay Ruston e che vede dietro le pelli Jocke Wallgren per la prima volta dal suo ingresso nella band avvenuto nel 2016.
Recensire un disco degli Amon Amarth è sempre un compito interessante per diversi motivi: la popolarità della band, l'affetto con cui i numerosissimi fans salutano ogni loro nuova uscita, l'importanza storica innegabile che rivestono da oltre un quarto di secolo nella scena estrema mondiale.

Personalmente seguo i ragazzi di Stoccolma sin dagli esordi: i devastanti -ancorchè acerbi e grezzi- "Thor Arise", "The Arrival of the Fimbul Winter" e "Sorrow Throughout the Nine Worlds" hanno dato una spinta decisiva al mio ancor giovane ma già bruciante amore per la musica estrema, diventato poi un incendio inarrestabile con la pubblicazione di quel capolavoro che risponde al nome di "Once Sent From the Golden Hall".
Ogni cosa bella però ha termine a questo mondo e così ho visto il loro sound album dopo album diventare sempre meno aderente alla furia dei primordi e sempre più adatto alla crescente immagine di "Manowar del viking metal" che si stavano creando.

Ma veniamo a "Berserker" prima di annoiare ulteriormente....
Ora, io capisco che trovare idee nuove ed originali con la mole imponente di dischi in uscita ogni settimana è impresa ardua, ma insomma....(fate voi le considerazioni che ritenete più opportune dopo aver visto le due immagini di seguito)

Asenblut - "Berserker" (2016)
Immagine


Amon Amarth - "Berserker" (2019)
Immagine

Musicalmente ci troviamo di fronte ad un deciso miglioramente rispetto allo scadente "Jomsviking", forse il punto più basso toccato dagli AA, ma siamo ancora lontanissimi dai fasti del passato.
Il lotto di brani suona perfettino, pulitino, ben infiocchettato e confezionato, adattissimo ad essere fischiettato con facilità o canticchiato mentre ci si dedica ad altre attività; i riff sono semplici ed abbastanza scontati così come le linee melodiche (efficaci nella loro ruffianeria): un bel firulì firulà senza tanto impegno.
Il death guerresco e melodico ha ormai ceduto il passo ad un suono più classico: impossibile non riconoscere passaggi maideniani in "Mjolner, Hammer of Thor ", "The Berserker at Stamford Bridge" e soprattutto in "When Once Again We Can Set Our Sails"; e non sono i tenui sussulti di "Fafner's Gold" o "Raven's Flight" che possono far gridare al miracolo.

Interessanti gli spunti offerti da "Valkyria" e "Wings of Eagles" mentre la lunghissima "Into the dark", introdotta da un insolito passaggio di piano, la scontata "Ironside" e la francamente bruttina "Shield Wall" lasciano il tempo che trovano.
Forse condensando le idee, distillandole dagli eccessivi 57 minuti di running time, il risultato complessivo sarebbe stato migliore.
Sono consapevole che vi siano due fazioni in seno ai fan degli AA: i conservatori (tra cui il sottoscritto), tetragoni alla svolta più mainstream intrapresa dalla band, e gli innovatori che al contrario apprezzano maggiormente i nuovi dischi rispetto a quelli più ostici degli esordi.
Ognuno, e ci mancherebbe altro, è assolutamente libero di pensarla come vuole ma credo che non sia possibile nè giusto fare finta che i capitoli scritti in passato non siano mai esistiti: se gli Amon Amarth meritano un posto di rilievo nella storia del metal non è certamente per gli ultimi lavori.

Chiaramente questa mia opinione farà parte di una sparuta minoranza e -sono pronto a scommettere- verrà spazzata via dai numeri delle vendite e probabilmente è giusto così, ora però lasciate che "The Dragons' Flight Across the Waves" ed io continui la mia personale "Victorious March".

Amon Amarth - "Raven's Flight"

Recensione a cura di Alessandro Zaina

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 05 mag 2019 alle 10:50

mamma mia frank, ho ascoltato i singoli, ma ho già notato una certa caduta di stile dei nostri che hanno perso il marchio, li ho tutti ma se il disco é cos', tengo a mano i soldi, risparmio

Inserito il 05 mag 2019 alle 00:58

L’album ancora non l’ho sentito ma il video è di una bruttezza disarmante

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.