Amon Amarth - Twilight Of The Thunder God

Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:43 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. TWILIGHT OF THE THUNDER GOD
  2. FREE WILL SACRIFICE
  3. GUARDIANS OF ASGAARD
  4. WHERE IS YOUR GOD?
  5. VARYAGS OF MIKLAGAARD
  6. TATTERED BANNERS AND BLOODY FLAGS
  7. NOO FEAR FOR THE SETTING SUN
  8. THE HERO
  9. LIVE FOR THE KILL
  10. EMBRACE OF THE ENDLESS OCEAN

Line up

  • Johan Hegg: vocals
  • Olavi Mikkonen: guitars
  • Johan Söderberg: guitars
  • Ted Lundström: bass
  • Fredrik Andersson: drums

Voto medio utenti

Maturità artistica finalmente raggiunta in pieno.

E' questo il verdetto alla luce dell'ottavo album della band nordica capitanata da Johan Hegg, intitolato "Twilight Of The Thunder God". E' finalmente conclusa l'alternanza di un disco bello seguito da uno brutto, il songwriting si è fatto continuo, elevato, possente e dopo lo splendido "With Oden On Our Side" del 2006 possiamo finalmente goderci un altro eccellente capitolo, senza più timori di scontrarci con qualcosa di incompleto o deludente, come accaduto più volte in passato, addirittura dopo quel capolavoro a titolo "Once Sent From The Golden Hall" datato 1998.
Una ancora più splendida copertina ci introduce nella titletrack, maestosa sin dal principio, facendoci intuire che gli Amon Amarth sono subito partiti con il piede giusto, con un riff che traborda di epicità e di violenza; non è da meno la successiva "Free Will Sacrifice", più cadenzata ed anche questa incentrata su belle armonizzazioni della coppia d'oro Mikkonen/Soderberg, su cui si basa l'intero album molto più che in passato.
In effetti alla luce dei fatti "Twilight Of The Thunder God" appare come un episodio un poco più leggero e melodico dei suoi predecessori, in contrasto con la voce di Hegg, che invece risulta più profonda e monolitica del solito: ne è una prova la granitica "Guardians of Asgaard", che si basa sulla dicotomia di una strofa piuttosto leggera contro un chorus assai maschio e ruvido. Ovviamente non mancano gli episodi più violenti, e quello che rappresentava "Asator" due anni fa viene oggi impersonificato da "Where Is Your God", altro brano letteralmente imbarazzante per la sua perfezione, insieme a "No Fear for the Setting Sun" uno dei migliori del lotto.

Ed ancora una volta è un piacere constatare che gli Amon Amarth abbiano raggiunto un livello artistico di maturazione davvero eccelso, regalando degli album validi e superiori per tutta la loro durata ed interezza, così che "The Hero" e "Live for the Kill" ci portano entusiasticamente fino alla conclusione affidata ad "Embrace of the Endless Ocean", quasi 7 minuti di pura esaltazione, in cui gli Amon Amarth sembrano sposare l'epicità estrema di Summoning e Falkenbach, ovviamente nel loro stile unico ed immenso fatto di gusto, maestosità, atmosfere così sognanti e piene di pathos che quasi si può sognare di toccarle con mano.
Senza dubbio uno dei migliori brani mai scritti dalla band, che lascia i brividi puri durante l'ascolto, che tocca il cuore di chi la musica ancora la ascolta e non la sente e basta.
Una chiusura davvero di classe per un disco finalmente e nuovamente letteralmente incredibile.

Odino adesso è veramente dalla nostra parte.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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